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1 Documento di Piano 1

2 Giuseppe Buzzanca (Sindaco città di Messina) Coordinamento politico Assessorato sviluppo economico Gianfranco Scoglio (Assessore Lavori Pubblici e Sviluppo Economico) Responsabile di procedimento Filippo Ribaudo (Direttore Generale) Giovanni Caminiti (Dirigente Ufficio Programmi Complessi) Coordinamento operativo Ufficio Programmi Complessi Daniela Catanoso (referente operativo) Assistenza Tecnica di supporto alla redazione del Piano: Nomisma S.p.a.(Società Capofila): Francesco Capobianco Giorgio De Rita Alessandro Grandi Maurizio Mangiola Piera Magnatti Elisa Pampolini Paola Piccioni Maria Cristina Perrelli Branca Luigi Scarola Sara Teghini Cooprogetti Soc. Coop: Elisa Crimi Massimo Foti Forest. E.Geraci. Valerio Morabito, Consuelo Nava Rosario Pavia; Walter Tommassoli; Eures Group S.r.l.: Alessandro Alongi Vincenzo Cordone Roberto Foderà Antonino Genna Vito Pipitone Alberto Tulumello Giuseppe Volpe Neostudio S.r.l.: Federico Tosi Marcello Mollica NEOSTUDIO s.r.l. Documento di Piano 2

3 Sommario PREFAZIONE... 4 MESSINA 2020: LA SFIDA DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA PER IL TERRITORIO DI MESSINA INTRODUZIONE STEP DEL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE ANALISI PRELIMINARE I L DOCUMENTO DI DIAGNOSI: SINTESI DELLE PRINCIPALI EVIDENZE LA LETTURA DEL CONTESTO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE IL POSIZIONAMENTO COMPETITIVO DI MESSINA IN OTTICA DI BENCHMARK TERRITORIALE LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE:UN QUADRO DI SINTESI ASCOLTO DEL TERRITORIO L ASCOLTO DEL TERRITORIO: I PRINCIPALI CONTENUTI L ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO LE INTERVISTE INDIVIDUALI E I FOCUS GROUP : COME LA CITTÀ VEDE SE STESSA LE COMMISSIONI TEMATICHE COMMISSIONE TEMATICA 1: L ORGANIZZAZIONE FISICA DELLA CITTÀ E LE INFRASTRUTTURE IMMATERIALI COMMISSIONE TEMATICA 2: LE INFRASTRUTTURE IMMATERIALI DELLA RICERCA E DELL INNOVAZIONE COMMISSIONE TEMATICA 3: SERVIZI PER LO SVILUPPO LOCALE DEI TERRITORI COMMISSIONE TEMATICA 4: RETI PER LA SOLIDARIETÀ E IMPRESA SOCIALE I FORUM CON LA CITTADINANZA UN PERCORSO SPERIMENTALE INNOVATIVO : IL COINVOLGIMENTO DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI NELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA VISION E STRATEGIA VERSO LA VISION E STRATEGIA PER MESSINA LA VISION PER MESSINA 2020 E LE SUE IMPLICAZIONI IN TERMINI DI STRATEGIA DI SVILUPPO LA DECLINAZIONE DELLA STRATEGIA IN ASSI GLI ASSI STRATEGICI I CONTENUTI DI CIASCUN ASSE: GLI OBIETTIVI DEL PIANO LA COERENZA TRA STRATEGIE DEFINITE E POLITICHE REGIONALI, NAZIONALI, COMUNITARIE L IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO IL SISTEMA DI GOVERNO DEL PIANO E LE PROGETTUALITÀ D ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA IL SISTEMA DI GOVERNANCE DEL PIANO I PROGETTI BANDIERA URBAN LAB DAL POLO TECNOLOGICO AL PARCO SCIENTIFICO DELL AREA DELLO STRETTO MESSINA ACCOGLIENTE ZONA FRANCA URBANA RETE PER IL WELFARE CENTRO POLIFUNZIONALE A GESTIONE PARTECIPATA DEI GIOVANI I PROGETTI PRIORITARI PER LE INFRASTRUTTURE MATERIALI CON RIFERIMENTO AI PROGETTI BANDIERA IL PIANO D AZIONE IL SISTEMA DI MONITORAGGIO Documento di Piano 3

4 PREFAZIONE Negli ultimi anni si sta assistendo ad un cambio di paradigma della concezione di governo delle città. Se sino a qualche tempo fa l ente locale era visto prevalentemente come organo regolatore o esecutore di indirizzi, generati a livello centrale o sovralocale, attualmente i governi dei territori sono chiamati sempre più come interlocutori privilegiati nel rispondere alle molteplici esigenze dei cittadini, esigenze che, come è giusto che sia, divengono sempre più complesse e puntuali. Il Comune viene quindi identificato come quell attore in grado di modificare le sorti di una comunità: ruolo tanto impegnativo quanto stimolante. Ai Comuni viene chiesto, in un ottica di modernizzazione e anche su spinta della Comunità europea, di pianificare, reagendo alle molteplici esigenze della città attraverso strumenti di policy che si avvantaggino in maniera efficace del contatto diretto con i cittadini. Ma come fare programmazione trasformando il rapporto immediato con la cittadinanza in reale leva di cambiamento? Il Piano strategico Messina 2020 ha voluto sin dalla sua costruzione porsi questo obiettivo e l auspicio è che il percorso intrapreso possa concretizzarsi in una nuova modalità di governo che porti progressivamente ad un innalzamento della qualità di vita di una città moderna e di rango metropolitano come Messina merita di essere. Giuseppe Buzzanca Sindaco Comune di Messina Documento di Piano 4

5 MESSINA 2020: LA SFIDA DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA PER IL TERRITORIO DI MESSINA Il percorso di Pianificazione strategica, che ha visto coinvolta la città di Messina per oltre un anno, non deve leggersi né come compimento di un progetto né come l'inizio di una nuova fase. Si è trattato di un momento di riflessione profonda e articolata che ha messo a confronto percorsi e visioni diverse con un unico obiettivo di meditare su quale possa essere il futuro contesto economico e sociale all'interno del quale le nuove generazioni possano intraprendere le proprie iniziative personali e professionali. Il Piano strategico di Messina non vuole essere un mero esercizio accademico, ma vuole rappresentare un occasione di messa a sistema e condivisione di una strategia tra tutti gli attori istituzionali e con la cittadinanza di un nuovo modello di sviluppo che possa porsi come punto di riferimento per le attuali e per le future amministrazioni. Meditare sul futuro, per una città come Messina, non può voler dire (e non ha voluto dire) porsi delle generiche domande sulle sue vocazioni, sui suoi limiti, sui suoi problemi, sui suoi pregi, sui suoi difetti. Messina ha visto nel corso dell ultimo decennio, attraverso le sue diverse amministrazioni, mettere in campo strumenti di programmazione, spesso partecipata, fortemente innovativi (PRUSST, URBAN ecc.). Il percorso di Piano strategico ha quindi, sin da subito, convissuto con una serie di necessità, di ambizioni e di visioni non raramente codificate, che hanno portato ad una continua sperimentazione e confronto metodologico. Se costruire ex novo è operazione complessa, costruire mettendo a sistema ciò che negli anni si è fatto (o che in troppo numerose occasioni si è solo cominciato a fare), tentando di recuperare fiducia e stimoli in un'ottica sinergica che vede nel confronto delle idee spesso compiute la fucina per la costruzione del futuro, diviene una sfida davvero ardua. A questa sfida il Piano strategico Messina 2020 non ha voluto sottrarsi dando un suo contributo che potrebbe (negli auspici) contribuire ad orientare chi in questa complicata città viene chiamato al difficile ruolo di decisore pubblico. La speranza è che non accada più che programmi avviati da un amministrazione siano azzerati da quella successiva senza alcuna valutazione di merito con il rischio che ciò porti la perdita di ingenti risorse economiche. Se la città come la vediamo e viviamo quotidianamente può ritenersi il risultato di anni di sedimentazione di modi di fare, di eventi, di opere di personalità di rilievo (a cui la città deve molto), spesso non si valuta con sufficiente attenzione come le scelte dei vari decisori pubblici ne abbiano condizionato il destino. Il territorio urbano è un universo complesso, le città sono un insieme di problemi, ma anche di stupende sorprese, e questo Piano strategico ha la voglia di sorprendersi davanti all'entusiasmo di un gruppo di ragazzi della scuola media secondaria che con professionalità hanno risposto all'invito a contribuire con loro spunti di riflessione a modificare quel tessuto economico e sociale che sempre più spesso li vede come spettatori passivi quando non produttori di disagio sociale e quasi mai partecipi di scelte che condizioneranno la loro vita, quella dei loro genitori in una città per la quale saranno chiamati a costruire con il loro lavoro quando diverranno adulti. Tutto questo però deve essere la genesi di una concretizzazione di un percorso di costruzione, di un patto che leghi chi in città ha la responsabilità di operare a beneficio della collettività. È questo l auspicio per vedere Messina tornare ad essere punto di riferimento per una comunità allargata che possa fruire dei suoi servizi e beneficiare delle sue efficienze. Gianfranco Scoglio Assessore lavori pubblici e Sviluppo Economico Comune di Messina Documento di Piano 5

6 1. INTRODUZIONE Il Documento definitivo del Piano strategico è una sorta di fotografia forse meglio un album fotografico, ossia un insieme di fotografie di un processo complesso che ha coinvolto la città e che ha obbligato a riflettere e a progettare, ordinando il presente e proiettandolo nel futuro, prossimo e medio: Messina Il Documento definitivo fa il punto sul processo e prepara, crea le condizioni di riferimento e gli scenari, per l azione che costruisce il futuro, che proietta Messina Messina 2009, con il suo bagaglio di conoscenze, di risorse, di progettualità, di intenzioni e di capacità di cooperazione - verso Messina 2020, con il riferimento di una vision costruita nel corso del processo, e con un insieme di progettualità, coerenti con la vision, definite con le attività di messa a sistema. Ricordare che il processo di costruzione del Piano è complesso è importante per tenere a mente che nella fotografia e negli scenari che il Piano racconta confluiscono sia elementi conoscitivi, e l ordine scientifico che li connette e ordina, sia elementi partecipativi e intenzionali degli attori della città. E dall interazione virtuosa tra gli uni e gli altri che scaturiscono le linee progettuali e al termine del processo la scelta dei Progetti bandiera, o Progetti pilota, che segnano le tappe da cui partirà la messa in atto del disegno costruito e il perseguimento della vision per la costruzione di Messina Il Documento definitivo di Piano chiude un processo e immediatamente se ne apre un altro conseguente e successivo, che è quello dell attuazione, a partire dai Progetti Bandiera o Pilota, per proseguire con l attuazione dell intero parco progettuale e del perseguimento conseguente delle finalità segnate negli Assi strategici e che sono le linee di articolazione della vision. Alle linee dell articolazione del Piano, e innanzitutto della sua vision, corrispondono le linee di articolazione delle azioni che seguiranno e che costruiranno Messina 2020; la metodologia che è stata alla base del processo complesso di costruzione del Piano si trasforma nella metodologia per la corretta attuazione del Piano e del efficace perseguimento degli obiettivi strategici posti. Può essere utile riguardare secondo questa prospettiva ossia ponendosi nel crinale della conclusione delle attività di costruzione e definizione del Piano strategico, da un lato, e dell avvio delle attività di attuazione del Piano e perseguimento delle strategie fissate nel quadro della vision dall altro il rapporto tra metodologia del Piano e linee della sua attuazione e riconsiderare la vision e la strategia sotto il rispetto di questo importante punto di snodo, che corrisponde alla chiusura del Documento definitivo del Piano strategico. Riprendiamo in forma sintetica quanto è stato scritto nel documento preliminare in merito alla metodologia di costruzione del Piano. Da un lato il processo di costruzione del Piano strategico ha usato le ordinarie metodologie della ricerca scientifica per ordinare e identificare elementi conoscitivi sulla città di Messina, dall altro, attraverso le attività partecipative, si è cercato di ricostruire la visione che gli attori, ossia i cittadini e le loro associazioni e organizzazioni, hanno di se Documento di Piano 6

7 stessi e della città stessa e gli orizzonti cognitivi al cui interno progettano le loro azioni e le azioni volte alla trasformazione futura della città. Il Piano strategico è un processo che ha lo scopo di coniugare in maniera virtuosa conoscenza oggettiva e autopercezione degli attori e dei cittadini, e su questa base costruisce la vision, ossia le linee portanti del futuro che gli attori ritengono possibile e per il quale sono disponibili ad agire, anche in cooperazione, anche firmando un Patto per la città, che è lo scopo finale del Piano. Il Piano strategico dunque mette a sistema, in direzione programmatica e progettuale, i due insiemi di elementi conoscitivi: 1. elementi di conoscenza della città, che nel nostro processo derivano da una analisi, prevalentemente racchiusa nel Documento di diagnosi e che consta dei seguenti blocchi di elementi conoscitivi: a. analisi della struttura fisica ed infrastrutturale della città e delle trasformazioni in itinere o di prossima attuazione; b. analisi dei dati statistici socio-demografici ed economici, con particolare attenzione alle mappe delle specializzazioni produttive; c. analisi delle imprese strutturate, con particolare attenzione alle imprese innovative e al loro rapporto con la ricerca; d. analisi del contesto normativo ed organizzativo del sistema economico e dell impresa e rassegna degli strumenti normativi e organizzativi che sono disponibili per migliorare i rapporti e le reti tra gli attori economici della città. 2. elementi di auto-conoscenza della città, distinguibili in: a. elementi di immagine della città, che completano gli elementi di conoscenza del punto 1, e b. elementi di progettualità della città. Gli elementi di conoscenza sono contenuti nel Documento di diagnosi, un documento aperto che è stato perfezionato e che potrà ancora essere approfondito e perfezionato, ma che dà un quadro compiuto della città. Gli elementi di auto-conoscenza sono inscritti e ricavabili da quattro blocchi di attività messe in opera: a. le interviste agli attori rilevanti e significativi della città; interviste individuali e incontri collettivi, e l analisi SWOT ricavata dai materiali delle stesse interviste; b. le interviste alle imprese strutturate ed innovative; c. le quattro commissioni tematiche che, attorno ad una prima ipotesi di articolazione del Piano e dei suoi Assi strategici, hanno riflettuto, dibattuto ed identificato progettualità ed elementi di costruzione dell articolazione del Piano, giungendo alla predefinizione dei Progetti bandiera; Documento di Piano 7

8 d. le attività di interlocuzione con le scuole, che hanno costruito un complesso e articolato Progetto giovani. Tutto ciò ha condotto a perfezionare e ridefinire la strategia, articolata nei quattro Assi strategici, con i rispettivi sub Assi, ed infine alla identificazione dei Progetti bandiera. Il processo logico del Piano si è avvalso delle seguenti operazioni concettuali per giungere alla messa a sistema definitiva, ossia alla definizione della vision, determinazione degli Assi strategici ed identificazione delle progettualità rispondenti agli Assi, infine scelte e organizzate secondo una strategia di possibile e veloce attuazione, attraverso i progetti bandiera. I passi sono stati: 1. portare a sintesi e coerenza α) gli elementi di conoscenza e β) gli elementi di autoconoscenza e progettuali e verificare le corrispondenze tra gli uni e gli altri, interessati soprattutto alle eventuali discrepanze; 2. ibridare gli elementi e costruire uno schema complessivo che costituisce l armatura della vision e che definisce (ridefinisce) gli Assi strategici del Piano; 3. ricostruire e condurre a ordine, dentro la vision e i suoi Assi strategici, gli elementi conoscitivi e autoconoscitivi, con particolare attenzione alla dimensione progettuale, e con attenzione prioritaria alle progettualità emerse nelle Commissioni tematiche ed in alcune rilevanti interviste; 4. costruire le schede progettuali di prima attuazione del Piano: i Progetti bandiera. Dunque tutto il lavoro compiuto si raccoglie attorno alla coerenza e alla potenzialità di tradursi in attività di trasformazione della città dell insieme integrato di vision, articolazione della strategia secondo gli Assi strategici, attuazione delle strategie nel parco progetti e in particolare nell insieme dei Progetti bandiera. Ricordiamoli a monte, proprio per potere seguire con cognizione di causa il racconto del Documento finale del Piano strategico e per potere fare, in conclusione di questa premessa metodologica (e logica) una fondamentale considerazione in merito al contesto in cui il lavoro è stato svolto e le attività di attuazione si preparano ad avviarsi. Il riferimento è ovviamente al Ponte sullo Stretto e alle collegate trasformazioni fisiche della città. La vision Messina vuole tornare ad essere città metropolitana, fornitrice di servizi alti e di servizi diffusi nei confronti del territorio. Si tratta di progettare il riposizionamento strategico della città, sia verso l esterno (Area Integrata dello Stretto e Mediterraneo), sia verso il retroterra provinciale e regionale, ridando a Messina un ruolo centrale e metropolitano di città fornitrice di servizi. Servizi alti, pensando alla strategia di Lisbona e alla proiezione verso l esterno, e servizi diffusi di sviluppo autopropulsivo, che promuovano e stimolino le vocazioni produttive territoriali e valorizzino le risorse locali, pensando al retroterra, innanzitutto provinciale, ma non solo. L anima del Piano è questo insieme connesso della Strategia alta e della Strategia diffusa. La prima punta al cuore della Strategia europea di Lisbona, e vuole collegare Documento di Piano 8

9 Messina alla frontiera della tecnologia e dell innovazione, come motori della crescita nel contesto mondiale. La seconda punta a valorizzare i territori e le diverse e rispettive vocazioni e a far crescere la qualità della vita diffusa, sia in città, sia nel retroterra provinciale, sia puntando sulle radicate tradizioni di laboriosità della popolazione (già il viceré Caracciolo alla fine del Settecento riconosceva queste caratteristiche della popolazione messinese), sia sul patrimonio di potenzialità umane e civili delle giovani generazioni, come il progetto giovani ha messo magnificamente in luce. La Strategia alta, che si incarna nel secondo Asse strategico e nel progetto bandiera del Polo tecnologico, predispone Messina ad allargare la sua strategia verso l esterno (Polo tecnologico dello Stretto, e poi oltre), la Strategia diffusa punta a creare le condizioni della qualità della vita e della complessiva crescita civile della città e della sua capacità di essere città metropolitana, in sinergia con il suo retroterra e ripescando antiche e consolidate tradizioni: Messina capitale del Val Demone, Messina capitale della grande tradizione basiliana. Gli Assi strategici: Asse strategico1 Le infrastrutture materiali e la trasformazione fisica della città Asse strategico 2 La ricerca e l innovazione: la strategia alta dello sviluppo Asse strategico 3 I servizi per lo sviluppo locale dei territori: la strategia diffusa dello sviluppo Sottoasse 1 Servizi reali alle imprese e promozione delle vocazioni territoriali Sottoasse 2 Infrastrutture immateriali per la costruzione di reti di imprese Asse strategico 4 La qualità della vita: solidarietà, identità, saperi Sottoasse 1 Welfare municipale e costruzione sociale della cittadinanza Sottoasse 2 Identità e cultura: il Progetto giovani Sottoasse 3 I saperi e le competenze per lo sviluppo: a. saperi di base e contrasto alla marginalità b. saperi tecnici e contrasto all assistenzialismo c. saperi alti e capitale umano di eccellenza Gli Assi strategici articolano la vision in percorsi capaci di tradursi in strategie operative e in progetti. L Asse 2 e l Asse 4.3c traducono il cuore della Strategia alta, gli Assi 3 e 4.2 e 4.3b traducono la Strategia diffusa, gli Assi 4.1 e 4.3a puntano alla più generale qualità della vita. L Asse 1 accompagna tutti gli altri, perché fornisce gli strumenti materiali e i progetti materiali necessari a contenere o a attuare tutte le progettualità, dando le gambe materiali e localizzative alla strategia. Si rammenti che la struttura della articolazione della strategia in Assi si è trasformata nel corso delle attività di costruzione del Piano, in particolare a ragione del peso crescente assunto da Progetto giovani che ha indotto a riscrivere l articolazione degli Assi 3 e 4, e rendendo più stringente la logica della costruzione delle reti come tessuto connettivo della Strategia diffusa. Documento di Piano 9

10 I Progetti Bandiera Urban Lab Coordinamento operativo, competitività e qualità Dal Polo tecnologico al Parco scientifico dell Area dello Stretto Messina città accogliente Infrastrutture per il Turismo Centro polifunzionale a gestione partecipata dei giovani Zona Franca Urbana Rete di coordinamento del Welfare I sei progetti pilota ma nella verità sono otto, perché Urban Lab raccoglie tre Progetti, integrando lo strumento di governo operativo delle attività del Piano con il Centro di servizi per le piccole imprese diffuse e con il Centro per la qualità, mettendo sotto lo stesso tetto gli strumenti per fare rete e per connettere funzioni di governo e capacità produttive della piccola impresa e dell impresa sociale strumenti che traducono in modo trasversale le finalità della vision e le sue articolazioni indicate dagli Assi. I progetti bandiera e i progetti infrastrutturali connessi e indicati come base materiale delle strategie progettuali sono la modalità con cui si ritiene che la Strategia complessiva possa essere attuata da subito, sia nelle funzioni e attività che hanno bisogno dell iniziativa degli attori l amministrazione e gli attori tutti della società economica, civile e politica della città, ossia che non necessitano di finanziamenti esterni, sia nella messa in cantiere delle progettualità che possono trovare finanziamento nei Fondi strutturali, nelle altre forme di finanziamento pubblico e nelle forme di autofinanziamento o di finanziamento congiunto (project financing). Il Piano cioè, articolato nei suoi strumenti operativi che sono i Progetti bandiera, avvierà da subito sia le iniziative che sono nella piena disponibilità della città e delle sue risorse, sia le iniziative che richiedono finanziamenti esterni, e che i Progetti predispongono alla finanziabilità. Tutto ciò avverrà e si realizzerà in un contesto di quasi certo veloce e radicale cambiamento determinato dall avvio della costruzione del Ponte sullo Stretto. Già nel Documento di diagnosi e poi nel corso dello svolgimento delle Commissioni tematiche si è riflettuto sia sul contesto temporale determinato dall evento della costruzione del Ponte, sia sulla circostanza collegata della trasformazione fisica che parti rilevanti e significative della città stanno subendo e subiranno a causa dell evento e delle trasformazioni già in atto: innanzitutto l insieme di temi e problemi legati a Porto, Fiera, Ferrovia, Area Falcata e Waterfront, e i processi in atto di ridiscussione dell utilizzo di tali aree e di ridisegno del Waterfront. La città di Messina è nel mezzo di un possibile nuovo disegno complessivo dell organizzazione fisica della città e di sua trasformazione assolutamente plastica. Questa trasformazione non è nella disponibilità delle decisioni e delle capacità di intervento legate al Piano strategico della città di Messina. Ma il Piano strategico deve e può indirizzare secondo la vision che ha costruito e proposto il processo di trasformazione e l accadere di eventi come il Ponte che non sono nella sua disponibilità. Il ragionamento che si era fatto al inizio della riflessione e delle attività di costruzione del Piano è stato il seguente: E un evento raro e improbabile che una città si trovi tanti importanti aree di cui si stia contemporaneamente ridiscutendo la finalità e di cui sia Documento di Piano 10

11 possibile la trasformazione, e su alcune delle quali siano in corso strumenti progettuali ed anche finanziamenti per la trasformazione. Inoltre questo insieme di potenzialità di cambiamento e di trasformazioni e riorganizzazioni della struttura fisica della città avviene nel contesto della progettazione del Ponte sullo Stretto, che a sua volta pone problemi di trasformazione fisica e urbanistica alla città e che il Piano deve concorrere a fare diventare occasione di crescita per la città e per la sua nuova configurazione fisica: il Ponte può essere un occasione decisiva di crescita della città, se la sua realizzazione accompagna le attività di rilancio della città metropolitana e la riconquista del suo ruolo centrale per l area vasta e per l intera Sicilia, in direzione dell Area Integrata dello Stretto e del Mediterraneo, ma allo stesso tempo, al contrario, può diventare l occasione dell emarginazione della città scavalcata dal Ponte e dai traffici verso Palermo e Catania. Rispetto a questo scenario il Piano offre una strategia di trasformazione immateriale e un insieme di progettualità che incidono sulla trasformazione materiale che metteranno la città di Messina in condizione di valorizzare il processo e di usarlo come occasione di accelerazione e approfondimento del perseguimento della sua vision, ossia in riferimento al riposizionamento strategico. La costruzione del Polo tecnologico proiettato sull Area dello Stretto, la valorizzazione dell impresa diffusa e delle reti produttive locali, il puntare sui giovani, il ridefinire il Welfare, le reti per il Welfare e il recuperare le aree marginali attraverso il progetto della Zona Franca Urbana, il puntare trasversalmente sul turismo, sono tutte progettualità che consentiranno a Messina di far diventare il Ponte punto di forza delle sue funzioni metropolitane di città dei servizi, alti e diffusi e di non correre il rischio di farsi scavalcare dal Ponte. In parallelo a ciò, le interlocuzioni e le intese formali che le istituzioni delle due sponde stanno definendo con susseguenti step per istituire l Area Integrata dello Stretto vanno certamente verso la direzione di sviluppo di una città metropolitana che offre servizi, stimoli ed infrastrutture, oltre che verso il suo retroterra, nei confronti dell altra sponda, avendo la finalità dell integrazione sociale, economica e culturale. Tutti gli attori le Istituzioni per governance e servizi, le Camere di Commercio per le attività operanti sull intera area, le Università per la formazione e la ricerca integrata, gli imprenditori per la rete da strutturare sono impegnati e si stanno adoperando per rendere realizzabile un sistema coerente ed efficace. Si tratta allora di vincere la scommessa di ricollocarsi nel ruolo che la natura e la cultura, la sua collocazione geografica e la sua storia ricca di tradizioni, di saperi e di qualità hanno dato ala Città. Il Piano strategico è il disegno lucido per il perseguimento di questa vittoria. Documento di Piano 11

12 2. STEP DEL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE Il processo logico di costruzione del Piano strategico, come anticipato, è articolato in una serie di step tra loro consecutivi e strettamente interconnessi. Luglio- Novembre 2008 Dicembre Aprile 2009 Luglio2009 I risultati di ciascuno step costitutivo hanno rappresentato la base di partenza per la definizione della fase successiva. Questo ha permesso la definizione di un Piano strategico a forte valenza partecipata e strettamente lineare nei suoi passaggi. Il periodo tra luglio e novembre 2008 è stato dedicato all analisi ricognitiva propedeutica e all attività di ascolto territoriale. L analisi di contesto su fonti ufficiali ha permesso di inquadrare e descrivere il territorio su un piano statico, in modo da definirne le caratteristiche strutturali (fisiche, naturali, demografiche, urbanistiche, produttive, risorse umane, lavoro, ecc.). Il quadro così delineato ha permesso di osservare e leggere con maggiore attenzione le indicazioni degli attori locali coinvolti nelle attività successive (in questa fase in particolar modo si sono sviluppate interviste e focus group di confronto puntuale su alcuni aspetti analitici) e, soprattutto, si è posta come base per l analisi delle strategie in corso nel territorio. Questo particolare aspetto corrisponde alla lettura complessiva degli interventi di diversa natura (opere infrastrutturali, operazioni imprenditoriali, operazioni di carattere immateriale) attivi sul territorio in modo da ricostruire la strategia effettivamente posta in essere. Data la numerosità degli interventi messi in campo dall Amministrazione negli ultimi anni e la portata delle trasformazioni fisiche che interessano l assetto urbano, parte significante dello sforzo analitico è stato rivolto alla messa a sistema delle progettualità definite quale elemento fondante del contributo dell attività di pianificazione strategica. Gli indicatori elaborati, il confronto puntuale con gli attori territoriali e l analisi delle precedenti esperienze di programmazione hanno permesso una prima individuazione dei tematismi di interesse per il Piano, temi su cui si è aperto nuovamente il confronto con il territorio nell ambito di commissioni tematiche e workshop progettuali. La primavera 2009 è stata,quindi, interessata dall attivazione di una pluralità di tavoli di confronto (di cui si dà conto puntualmente nei paragrafi dedicati) impegnati nel: - Oggettivare la sequenza di possibili scenari delineati in sede di macro analisi, attraverso la costruzione di una mappa condivisa del problema, che sia in grado Documento di Piano 12

13 di integrare e contemperare i diversi punti di vista all interno di un disegno unitario. - Suffragare e riempire di contenuto gli scenari possibili emersi in sede di indagine e validati, in prima istanza, dal committente. In questa ottica l analisi sul campo alimenta un processo di progressiva qualificazione e specificazione della stessa indagine precedentemente svolta. - Valorizzare ed orientare il contributo di tutti gli attori il cui concorso è indispensabile per la definizione e l implementazione di alcune linee strategiche. - Delineare il mix delle azioni indispensabili per l attuabilità delle traiettorie strategiche: definizione di alcuni progetti operativi realistici, perseguibili, capaci di produrre risultati già nel medio periodo, coerenti con le risorse disponibili. - Ipotizzare il contenuto essenziale di alcuni progetti chiave che dovranno rappresentare l asse portante del Piano e della sua visione. L insieme delle riflessioni sviluppate ha permesso dapprima la declinazione di vision, e strategia, condivise con il sistema città nel forum organizzato per il 23 aprile 2009, indi l identificazione puntuale dei progetti bandiera quali primi strumenti attuativi della strategia definita. Nella parte finale del percorso di pianificazione si sono, infine, definiti gli strumenti a supporto della fase attuativa in particolar modo per ciò che concerne il monitoraggio dell avanzamento dei progetti bandiera nonché il sistema di governo per il prosieguo delle attività. Il documento di piano riporta in sintesi i contenuti di ciascuna delle fasi in cui l attività è stata articolata permettendo di evidenziare i nessi logici e consecutivi tra le singole fasi. Nello specifico la parte dedicata alla sintesi dei contenuti della fase analitica preliminare da conto delle principali evidenze emerse in seno all elaborazione del documento di diagnosi territoriale e all analisi delle precedenti esperienze programmatorie; parte centrale e consistente del documento è,quindi, dedicata alla ricostruzione del percorso di ascolto territoriale attivato con l enfasi sulle metodologie e risultanze di ciascun momento, mentre poi si lascia spazio alla declinazione di vision, strategia e progettualità bandiera così come risultanti alla fine del processo di costruzione del Piano. La parte conclusiva del documento apre il percorso successivo, quello di implementazione del Piano, riprendendo gli strumenti a supporto dell attuazione. Documento di Piano 13

14 ANALISI PRELIMINARE Documento di Piano 14

15 3. IL DOCUMENTO DI DIAGNOSI: SINTESI DELLE PRINCIPALI EVIDENZE L attività di definizione del Piano strategico ha preso avvio con un intensa fase analitica sia rispetto a dati quantitativi e qualitativi di contesto sia rispetto alla programmazione territoriale pregressa, volta a ricostruire il quadro entro cui le strategie del Piano strategico debbono inserirsi. Mentre si rimanda al documento di diagnosi (prodotto e consegnato nell aprile 2009) per i contenuti di dettaglio di tale fase analitica di seguito si riprendono alcuni stralci dello stesso quali spunti di riflessione su cui la successiva attività di ascolto e definizione dei contenuti del Piano è stata costruita. Il Piano strategico per Messina, estende il proprio bacino di interesse ai territori dell Area Metropolitana 1 e ai territori della costa calabrese in conseguenza dei Protocolli d Intesa siglati dalle istituzioni interessate delle due sponde dello Stretto 2. L ambito individuato risulta carico di valori paesaggistici e culturali tali da renderlo unico nel panorama euro mediterraneo. Tra le direttrici vocazionali menzionate nel Capitolato d Oneri, desta particolare interesse il rapporto mare/colli quale punto di forza della città, inserita in una compagine ambientale che si caratterizza per il passaggio dalla costa alle aree forestate collinari, nel breve volgere di pochi chilometri (10 minuti circa in automobile). Uguale valore ambientale, anche se maggiormente mediato da una più cospicua distanza tra mare e monti, si riscontra nei settori di interesse del Piano strategico che ricadono al di fuori del perimetro comunale della città di Messina 3. Lo Stretto ha da sempre rappresentato una delle porte più importanti per le relazioni nel Mediterraneo sia quale passaggio obbligato dei traffici mercantili, sia dal punto di vista degli scambi tra le due sponde. Va inteso quale nodo fondamentale dei Corridoi Paneuropei Multimodali di trasporto, individuati dalla Commissione Europea nel 1990, al fine di incentivare ed ottimizzare i traffici commerciali comunitari, soprattutto verso i Paesi centrorientali, privilegiando l infrastrutturazione ferroviaria. È attraversato dalle direttrici Palermo-Berlino (corridoio I), porta di fondamentale accesso all area magrebina e Palermo-Varna (corridoio VIII), che raggiunge la città bulgara sul Mar Nero. Tali direttrici risentono, proprio, sui collegamenti ferroviari del Mezzogiorno, di problematiche inerenti la capacità portante dei carichi commerciali dovute a requisiti tecnici che la vecchia rete ferroviaria non possiede, quali, soprattutto, idonei dimensionamenti delle sagome delle gallerie e tratti con livellette che non consentono di incrementare la portata e la velocità dei traffici. 1 Il progetto dell Area metropolitana di Messina, proposto nel 1995 dall Assessorato Regionale agli Enti Locali, e mai istituito, comprende 51 comuni contigui della parte orientale della provincia messinese che vanno dal comune di Giardini Naxos fino al comune di Furnari, comprese le isole Eolie. 2 a. Protocollo d Intesa per l Area dello Stretto tra le Province di Messina e Reggio Calabria siglato a Reggio C. il 18 maggio b. Protocollo d Intesa tra le Camere di Commercio di Messina e Reggio Calabria siglato a Messina il 16 luglio Si fa riferimento al settore tirrenico e ionico della provincia di Messina, nonché alla sponda reggina dello Stretto. Documento di Piano 15

16 3.1 LA LETTURA DEL CONTESTO Per declinare una lettura del contesto insediativo proiettata verso gli obiettivi richiesti nella costruzione di un progetto strategico di territorio, si propone una rivisitazione di tre visioni di Messina già percepibili, prodotto di caratteri storico culturali, socio-economici e trasformazioni della città progettata che resistano ed ancora oggi ne configurano gli scenari possibili futuri, lettura utile a comprendere le condizioni strutturali di possibili sistematizzazioni e verifica di coerenza tra progetti di trasformazione, fattibilità tecnica e capacità di investimenti economici, pertanto si propone l analisi e l interpretazione possibile emergente da tre scenari urbani che proponiamo di individuare in: A. Messina tra policentrismo storico e decentramento amministrativo B. Messina città porto C. Messina infrastruttura urbana come area metropolitana A. Messina tra policentrismo storico e decentramento amministrativo Messina viene definita una città policentrica per motivi storici, estendendosi per sessanta km circa sulla linea di costa con una morfologia urbana impiantata su dislivelli e su una complessità infrastrutturale identitaria, si caratterizza per una storia del territorio connessa ai profili demografici ed al suo sviluppo industriale e post-industriale, fino alla più recente definizione di città tecnologica e turistica. Di fatti ancora oggi appare percepibile come Messina non sia il risultato di un espansione del centro storico, ma di un aggregazione di centri con forte carattere identitario fisico e sociale. Il passaggio programmatorio e di disegno urbanistico corrisponde esattamente alla storia dell evoluzione delle vicende industriali di insediamento sul territorio, i cui i tratti essenziali sono rintracciabili in alcuni passaggi storicamente individuabili. Dal Terremoto al Piano Borzì Il terremoto del 1908 ha raso al suolo la Messina fisica, ma la memoria dei suoi cittadini ha fatto segnare un continuum storico che ha consentito alla città di risorgere in una veste moderna e al tempo stesso, fortemente legata al trascorso. L impianto a scacchiera disegnato dal Borzì, sostanzialmente imposto dalle condizioni morfologiche, risulta più regolare, più dilatato e meno addensato rispetto al precedente. Per raggiungere questo assetto, si serve di sventramenti localizzati che consentono più rapidi collegamenti e maggiori vie di fuga che corrispondono alle strategie urbanistiche tardo ottocentesche. La città è cresciuta per aggiunte successive, in un groviglio disordinato, grazie al ripopolamento di famiglie provenienti dalle aree rurali periferiche e della provincia. Muove da questi presupposti la depressione e la sciattezza del tono sociale che si è riflessa nella ricostruzione edile pacchiana e nel provincialismo che permea la vita locale odierna carente di iniziative ardite e dinamiche 4. 4 G. Campione, Il progetto urbano di Messina, Documento di Piano 16

17 Il centro storico rimane fortemente legato al porto, la sua prestigiosa porta di accesso, attorno al quale sono distribuiti i maggiori servizi cittadini. Il nuovo centro cittadino ha la sua cerniera in piazza Cairoli che segna il fulcro della nuova città costituita dall area storica e dalla nuova espansione verso sud. Col tempo, le periferie si addensano con nuove costruzioni che si aggiungono quasi con casualità e senza un piano di indirizzo insediativo preciso. Ciò ha posto le premesse per l emergere di situazioni di degrado che, nonostante tutti gli interventi fatti nella città per rinfrancarla dal disastro sismico, perdura ancora oggi. Fonte: Piano Borzì, Ricostruzione 1911 La principale direttrice di insediamento residenziale, si è andata attestando, a partire dalla fine degli anni sessanta, lungo la linea di circonvallazione che collega la zona nord della città, da cui ha cominciato ad aggredire la collina. Le zone maggiormente interessate dall espansione ricadono nella zona di San Licandro e lungo le fiumare di Giostra, dell Annunziata e di Sperone. Si è poi assistito al fenomeno di incremento dell iniziativa privata sulle seconde case che ha, in maniera particolare, gravato l area dei laghi tra Ganzirri e Torre Faro. La periferia sud e in particolar modo le aree adiacenti ai torrenti San Filippo e Zaffaria, è stata contraddistinta, soprattutto negli ultimi vent anni, da insediamenti di edilizia pubblica, convenzionata e sovvenzionata, per i ceti popolari. I bassi livelli di standard urbanistici predisposti per queste espansioni, hanno accentuato la già carente dotazione comunale di servizi al cittadino. La localizzazione delle zone industriali nella periferia sud di Messina, in adiacenza al rilevato ferroviario, la cui localizzazione rispondeva a norme igienico sanitarie per quanto riguardava l emissione di gas nell atmosfera in funzione dei venti dominanti, oggi è attorniata da una sempre più pressante attività commerciale. Va sottolineato che tali Documento di Piano 17

18 zone non hanno mai assunto una spiccata specializzazione industriale anche a causa dalla non adeguata relazione con le infrastrutture portuali. Per tanto appaiono oggi, vocate ad un uso funzionale differente che consolidi il terziario, eviti fenomeni di marketing urbano sproporzionato e si riallacci al recupero del waterfront tramite strategie di sviluppo dei servizi alla cittadinanza e di attività per il turismo. Il Piano Samonà antesignano dell'area Metropolitana Nel 1960 il Samonà, all interno degli studi per il concorso di idee per il Piano Regolatore Generale 5 di Messina, sviluppa l idea di Città-Regione dello Stretto 6 con l intento di racchiudere i territori che oggi tornano ad essere oggetto del Piano strategico, in un unico progetto di sviluppo. In relazione allo scenario scaturito dal Piano Borzì, evidenzia la carenza di servizi pubblici e l inadeguatezza delle infrastrutture viarie che servono a collegare il retroterra. Nel suo Piano propone di potenziare gli insediamenti industriali e le attività commerciali in maniera da far diventare la città di Messina il nodo fondamentale attorno al quale ruotano gli scambi di un comprensorio più ampio che si estende dalla provincia messinese alle località del reggino. L idea progettuale si sostanzia nella creazione di un nuovo porto, da cui il motto Biporto, nella zona nord della città, in prossimità di S. Agata, dal quale parte il ponte che raggiunge la sponda calabrese. Attorno ad esso, organizza le attività intermodali e insedia quartieri residenziali a bassa densità, con annessi servizi, un polo universitario, la nuova fiera, consentendo di liberare aree dell edificato storico di Messina da destinare a servizi per la città. Nella relazione tecnica del PRG Tekne del 1976, in riferimento all impianto insediativo che si è venuto a configurare dopo l evento calamitoso del 1908, si distinguono le varie zone considerate per le loro caratteristiche di omogeneità. 5 La rivista Casabella 265 del luglio 1962, presenta il Piano di Samonà per Messina come uno dei primi esempi che mettono in relazione la pianificazione economica e la progettazione urbanistica. 6 Per una più dettagliata descrizione, si rimanda al testo: F. Cardullo, Giuseppe e Alberto Samonà e la Metropoli dello Stretto di Messina, Roma Documento di Piano 18

19 Fonte: Il progetto Biporto /1960 Assetto Territoriale dello Stretto La zona del Piano Borzì presenta un tipo di edificazione caratterizzata da una forte incidenza di spazi stradali, densità edilizie non esuberanti e una scarsa presenza di tessuti urbani storici da salvaguardare. Per queste ragioni la zona Borzì sembra ottimamente adattarsi ad un intervento di ristrutturazione urbana che persegua obiettivi di eliminazione delle peggiori condizioni abitative, abbassamento degl indici di affollamento, recupero di aree per servizi urbani razionalizzazione dell assetto della rete viaria. La ristrutturazione urbana consiste,quindi, in un operazione di sostituzione del tessuto edilizio esistente che può attuarsi con modificazioni degl indici volumetrici, dei rapporti di copertura delle caratteristiche tipologiche, della distribuzione degli edifici nei lotti, con eventuale ridisegno degl isolati e conseguente trasformazione dello schema viabilistico. Lo scenario attuale La descrizione di questi scenari storici e le loro evoluzioni insediative risentono delle modificazioni che negli anni sono state apportate fino a configurare l attuale scenario. Tuttavia risulta ancora calzante, per alcune frange oggetto oggi del Piano di Risanamento, la potenzialità che può essere tratta mediante la predisposizione di strategie volte a interrelare le tematiche che caratterizzeranno la vision per il Il problema predominante per le zone di espansione è connesso al disordine urbanistico come è facilmente riscontrabile nell assenza di qualsiasi disegno programmato per interventi edificatori. Il che ha consentito il formarsi di un tessuto edilizio frammentato e discontinuo che ha compromesso la possibilità di recuperare gli spazi da adibire alla necessaria dotazione di servizi urbani e di quartiere. Gli interventi edilizi privati, spesso di notevoli dimensioni, sono infatti avvenuti senza il necessario coordinamento con quelli di competenza dell Amministrazione Pubblica che ha dovuto far fronte alla carenza di dotazione di infrastrutture e servizi provocati da un edificazione indiscriminata. Documento di Piano 19

20 Fonte: il piano Urbani per la città di Messina, 1990 Le problematiche individuate quarant anni addietro, sono drammaticamente attuali. Gli equilibri urbanistici, territoriali e paesistici delle zone di espansione risultano precari per la mancanza di un adeguato indirizzo che, almeno fino all entrata in vigore nel 2002 della Variante Generale al Piano Regolatore Comunale, la città non si è saputo dare. A quest analisi è doveroso aggiungere, in uno sforzo di attualizzazione del sistema insediativo, che le stime di crescita della popolazione e il conseguente dimensionamento dell apparato immobiliare, che furono fatte negli anni novanta, risultano oggi, alla luce del trend negativo del saldo demografico, sproporzionate. La relazione del Piano Urbani sintetizza in maniera organica ottant anni di ricostruzione e di sviluppo giungendo a individuare i tre ambiti, sud, centro e nord, di una riconoscibile figurabilità della città di Messina. La Storia remota di Messina sottostà all impianto territoriale ed al rapporto tra i villaggi e la città, all uso generale del sito. La storia recente è quella di un nuovo impianto urbano, con alcuni pregi ma tutto pervaso dalla astrazione ottocentesca, su cui si è innestata una vicenda edilizia, prevalentemente bassa e minuta all origine della ricostruzione, poi via via di mole maggiore. Lo skiline generale della città che ne deriva è costituito da una zona centrale a pianta regolare ed edificazioni di modesta consistenza e da una periferia collinare a edificazioni più alte. Il tutto segnato dalle interruzioni di zone compromesse dalla permanenza di baracche o di semi baracche, da una espansione che, senza guida adeguata, ha corroso disordinatamente il territorio così che, proprio una città poco dotata naturalmente di terreni, si trova a dover registrare una sorta di spreco diffuso. Su un impianto iniziale e razionale, come necessariamente è quello derivato dal disegno globale del Borzì, la città è cresciuta per aggiunte successive, registrando un progressivo disordine nel sistema dei servizi e soprattutto nel regime dei traffici. Nessuna operazione di risistemazione generale è intervenuta se non per accenni e intenzioni, dal Piano Borzì ad oggi. In particolare la mancanza di riordino riguarda fenomeni accumulati a partire dalla seconda guerra mondiale. Tra le maglie di questa storia recente và compreso il sorgere della ipotesi della Città dello Stretto, con tutte le idee sostenute di un moderno sfruttamento dei traffici e dell attraversamento fisso. Documento di Piano 20

21 Da questo intreccio di storia e natura scaturiscono le premesse del disegno che si realizza nella seguente triplice partitura del territorio del Comune di Messina: zona di Punta Faro, centro cittadino, zona di Tremestieri a sud. B. Messina città porto La lettura del rapporto tra città e porto a Messina, diviene corretta e pertinente, assumendo una delle caratteristiche identitarie che nel corso del tempo si sono sempre più caratterizzate in una polifunzionalità della città nella parte di costa e di affaccio a mare, capace di inglobare non solo le infrastrutture portuali, ma ampi significati in tutti quegli spazi portuali che inglobano gli spazi aperti, le connessioni, le aree industriali, dando vita ad un territorio artificiale che occupa un' ampia superficie cittadina. Di fatto per molto tempo si è presentato un territorio impermeabile, fatto di specificità singolari, che come molte realtà di waterfront stenta a riconoscersi in un paesaggio urbano più unitario ed accessibile nei due versi mare-città, città-mare; ancora oggi il paesaggio è più caratterizzato dalla presenza delle attività e delle industrie portuali che da sempre hanno riletto lo skyline verso l urbano. Lettura del piano del porto Il nuovo Piano Regolatore Portuale ha impresso alla città, dopo decenni di non programmazione, una rinnovata vitalità e dinamicità che si sono tradotte in progetti tendenti alla riconfigurazione formale e funzionale della costa a cui è anche riferibile il più Documento di Piano 21

22 ampio sviluppo territoriale di Messina. La localizzazione di un nuovo approdo nella periferia sud, in località Tremestieri, ha consentito di avviare programmi strategici che contemplano un'opportuna specializzazione degli ambiti in cui è possibile suddividere la totalità delle infrastrutture portuali. Così, la completa liberazione del traffico commerciale gommato che interessa attualmente la Rada di San Francesco e la zona Falcata, offre l'opportunità di localizzare quelle infrastrutture per la diportistica di cui la città ha bisogno per potersi avvantaggiare dai trends di crescita del settore. Le operazioni proposte per la fruizione della Fiera, la riorganizzazione dei moli croceristici con l'insediamento di terminali di servizio e la localizzazione di nuove stazioni per il trasporto passeggeri, si collocano all'interno di una strategia più ampia, tendente alla ricucitura dei tessuti portuali, tramite la predisposizione di tracciati e strutture che consentiranno al cittadino e al turista la percorrenza e il recupero del rapporto tra mare e città. Bisogna cercare di arrestare quel fenomeno recente che a causa della costruzione dell'infrastruttura tranviaria ha portato la città ha voltare le spalle al suo porto. E' evidente che numerose attività commerciali localizzate ai piani terra degli edifici della Palazzata, sono stati costrette a chiudere o a organizzare il proprio fronte principale sulle vie interne. Ad accentuare questo disagio è possibile che concorra la nuova infrastruttura viaria, prevista all'interno del PRP, che collega la via V. Emanuele con la via S. Raineri, superando in sottopasso la stazione ferroviaria e il conseguente fascio di binari. Di contro, tale infrastruttura si colloca in un programma di riassetto del suolo sovrastante che interessa l'area portuale che si estende dal viale S. Martino alla Stazione Marittima, in cui vengono insediati i manufatti di servizio alle attività portuali (stazione marittima, terminale croceristico) riconfigurando e riqualificando un brano urbano che oggi si presenta degradato. Fonte: estratto della tavola B5 dell ipotesi progettuale prevista dal PRP versione aprile 2008 Documento di Piano 22

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