ECONOMIA Le Reti d impresa incontrarsi e non dirsi addio

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1 41 le reti d imprea incontrari NON DIRi ADDIO Soliti, non più individualiti, poiché oliti è bene, ma concertiti è meglio. Singolari e inieme plurali, poiché nel mercato globale la piccola imprea, da ingolarita qual è empre tata, deve diventare pluralita. Qualcoa finalmente i ta muovendo anche a Brecia, anche grazie alle reti d imprea ma più ancora otto la pinta del mercato. Solo pochi eempi, ma ignificativi e potenzialmente propulivi. di Aleandro Cheula S oliti è un conto, olipiti un altro. ere oliti va bene, poiché ignifica valorizzare e realizzare e tei contando ulle proprie forze (ogni imprenditore, in queto eno, è un olita). Ma eere individualiti oggi non va più bene, in particolare in tempi di dilatazione dei mercati e di globalità della competizione, poiché ignifica chiuderi in e tei richiando di rimanere ordi alle novità o miopi ai cambiamenti. Ma qualcoa, anche nella provincia più individualita d Italia, i ta muovendo. Dopo oltre mezzo ecolo di ingolarimo dinamico queta la domanda iamo finalmente alla vigilia dell atteo e agognato alto culturale? La ripota, come vedremo, è affermativa (ia pure con prudenza). Siamo in vita di una mutazione genetica nella cultura indutriale breciana? Siamo alle oglie di una volta epocale nella manifattura locale? Siamo di fronte al uperamento dell atavico olipimo dell imprenditoria notrana? Alcuni tentativi in atto embrano confermare come i tia facendo trada una nuova mentalità aociativa, premea di probabili alleanze e aggregazioni tra aziende della tea filiera. Una rivoluzione culturale foriera di novità importanti che va otenuta e incoraggiata. Anzi, ove poibile, ollecitata e guidata, non olo dalle aociazioni imprenditoriali di appartenenza le prime per ragioni itituzionali ad eere direttamente intereate e coinvolte ma anche dalle itituzioni pubbliche ia economiche (Camera di Commercio) ia politiche (Comune, Provincia, Regione). CINQU CASI MBLMATICI È una rivoluzione olo al uo inizio ma che promette bene. I egnali in atto, timidi benché non incerti, ono eloquenti e inequivocabili. Cominciamo dal primo, quello che per metodo li coinvolge tutti. Sotto il cappello delle reti di imprea, la conneione telematica conocitiva permanente tra impree voluta da Aldo Bonomi, imprenditore lumezzanee vicepreidente della Confindutria con delega alle reti e ai ditretti, i tanno realizzando ignificative alleanze di copo e importanti aggregazioni di prodotto. Le reti di imprea ono il primo u cinque cai ceniti. Gli altri quattro ono più circocritti ma altrettanto intereanti. Il primo di queti, più maturo per anzianità in quanto nato anni fa in tempi non opetti, è l Itg di Bovezzo, un alleanza che raggruppa quattro impree appartenenti alla filiera dell impiantitica meccanica (forno-prea-tranfer-robot) il cui attore trainante è il tranfer, tecnologia che conta a Brecia le aziende migliori del mondo trattandoi di una eccellenza in cui la notra provincia è leader aoluta; il econdo, di recente concezione ma di icure potenzialità, è la ede commerciale comune che gli armaioli della Val Trompia, i migliori del pianeta, tanno cotituendo negli Stati Uniti, principale mercato di bocco dei fucili e delle pitole breciane; il terzo, ancora a livello di ipotei ma realiticamente poibile, è la cotituzione di un gruppo di acquito per il grande arcipelago breciano dell automotive, la componentitica per automobili, econda in Italia dopo Torino; il quarto, fore il più importante di tutti per le dimenioni delle aziende

2 42 coinvolte ma appunto per queto di più ardua realizzazione, è l aggregazione tra le due maggiori aziende breciane (e italiane) di tondo per cemento armato. Un aggregazione che embrava fino a poco tempo fa a portata di mano ma che otacoli di natura oggettiva, culturale e familiare, hanno per ora opeo (rinviato, non cancellato, poiché arà il mercato a imporre quelle celte oggettive che le famiglie per ora non ono da ole in grado di compiere). Aldo Bonomi. Giueppe Paini. Amato Stabiumi. RTI IMPRS (DAI DISTRTTI ALL FILIR) Dalle alleanze orizzontali di prodotto alle alleanze verticali di proceo e di filiera. Ma prima di affrontare tale argomento è necearia una breve premea. C è una coa che, pur paata quai otto ilenzio, non va dimenticata. La pinta più importante ed efficace all aociazionimo è tata innecata dalle reti d imprea. Si tratta per ora di una conneione (conultazione) reciproca tra impree (una orta di matching on line permanente tra aziende) ma la novità è degna di nota poiché ta generando quel alto di qualità culturale di cui i parlava in premea, condizione preliminare per alti di qualità ucceivi. Dalle reti, inomma, tanno caturendo nei più variati ettori timolanti input alla aggregazione, ollecitati da una migliore relazione e conocenza tra impree. Ciò perché il monitoraggio continuo in tempo reale tra aziende mette le tee in condizione di volgere uno cambio di informazioni on-line e in tempo reale dal quale poono nacere nuove idee, nuove intuizioni o nuovi intravviti. Torniamo alle alleanze. Perché parliamo di alleanze verticali di filiera, di proceo, in luogo delle alleanze orizzontali di prodotto? Perché quete ultime, le alleanze di prodotto, in molti comparti hanno motrato di eere uperate non avendo ortito gli effetti perati (i peni ad eempio ai caalinghi di Lumezzane) ma avendo invece moltiplicato le inefficienze e le dieconomie delle impree aociate. È ciò che hanno fatto in paato i ditretti indutriali, in particolare quelli del Nord-t, eperienza benemerita ma uperata. Divero invece il cao delle alleanze verticali di filiera. Qui le impree appartenenti alle divere fai della equenza poono dare vita ad un unica realtà in grado, come nell impiantitica complea o nelle tecnologie di proceo, di preentari unite ul mercato per competere con i coloi francei e tedechi, quelli frutto del itema-paee che a noi manca e proprio per queto quai empre imbattibili. Reti e filiere ono due facce della tea medaglia. Mentre le prime ono un dato orizzontale, le econde ono un fatto verticale. Integrate, poono generare quel mix virtuoo e quelle inergimo indutrioo in grado di aldare la competitività della ingola imprea alla forza della filiera produttiva. La filiera, inomma, fa la differenza per quanto attiene alla capacità competitiva poiché va oltre l imprea ditrettuale (territoriale) e oltre quella meta-ditrettuale per diventare una realtà funzionale. UNA RIVOLUZION CULTURAL Incontrari e diri addio, recitava il titolo di un noto film degli anni 50. ortazione che, riferita alle impree breciane, oggi va declinata all oppoto. Nei ettori trainanti della manifattura locale (la iderurgia, le armi, la componentitica automotive) come nei comparti ad alta tecnologia (la filiera dell impiantitica e le macchine tranfer) ta venendo avanti una novità importante: la conapevolezza della neceità di aggregazioni all altezza delle fide impote dalla globalità del mercato. il primo pao vero tale traguardo, ripetiamo, è l adeione alle reti di impree, momento conocitivo propedeutico allo trumento operativo e prodromico al momento aggregativo.

3 44 Ruggero Brunori. bbene, e il buongiorno i vede dal mattino, quella di cui tiamo parlando potrebbe cotituire l innovazione più radicale nella toria della manifattura breciana. Un cambiamento degno dell appellativo di rivoluzione culturale. Qualcoa, infatti, ta cambiando nella mentalità degli imprenditori più individualiti della Peniola. Non iamo ancora al uperamento del genetico olipimo d imprea o alla rimozione dell atavico familimo aziendale, ma cominciano ad eere numeroi i cai Marco Bonometti. di alleanze operative e aggregazioni di copo per competere ui mercati internazionali. Una mutazione culturale che può preparare una volta epocale, oia quel cambiamento comportamentale che da alcuni decenni viene aupicato e ollecitato per rendere più forti e competitive le aziende breciane. Coeione, condiviione, collaborazione. Sono tre numeratori di un comun denominatore: aggregazione. Sta finendo il tempo dell individualimo, potente e glorioo coefficiente di viluppo delle Pmi breciane per oltre mezzo ecolo? L individualimo, nel mercato globalizzato, da fattore di crecita virtuoa come è tato fino a ieri, i veda Lumezzane, oggi richia di tramutari nel uo contrario, una pirale perdente e un circolo vizioo. Il problema per i breciani è retare grandi oliti enza eere prigionieri dell individualimo. Ma per trovare tale formula aurea occorre imparare a fare quadra, itema o inergia. Magari paando attravero la fae delle rete, dove la pecificità della ingola imprea può migliorare la propria competitività collegandoi alla forza della filiera produttiva. UNA GRAND OCCASION PRDUTA (PR ORA) La prea d atto più autorevole di una nuova mentalità imprenditoriale che ta emergendo nell indutria più individualita d Italia è venuta recentemente da due protagoniti della iderurgia breciana, titolari delle due più grandi acciaierie della provincia e tra le maggiori della Peniola: Amato Stabiumi, amminitratore delegato dell Alfa Acciai di Brecia, e Giueppe Paini, preidente della Feralpi di Lonato e numero uno di Federacciai, l aociazione che rappreenta le impree iderurgiche italiane. Stabiumi è tato chiaro, con il conueto ruvido diincanto che lo ditingue. Nel coro della preentazione del bilancio 2010 dell Alfa Acciai, il coriaceo imprenditore ha detto chiaramente che, eendo la ovrapproduzione di tondino per cemento armato uperiore del 40% ripetto al fabbiogno del mercato, occorre uniri per razionalizzare l offerta. Stabiumi, a otegno della ua tei, ha piegato dati alla mano come tutto il conumo di tondino italiano potrebbe eere oddifatto da due ole aziende (nella fattipecie Alfa Acciai e Feralpi). Un ragionamento ineccepibile, quello della riduzione concordata e graduale dell offerta, vito che la Ceca (Comunità europea del carbone e dell acciaio) non eite più. La Ceca, per incio, è il benemerito organimo comunitario ciolto all inizio del decennio coro Attilio Camozzi. che, nel coro di cinquant anni eatti di attività, ha dato vita al più coloale e riucito eempio di politica indutriale ovranazionale mai vito nella toria dell e moderna. Una politica che, attravero tre ucceive tagioni di mantellamenti concordati e finanziati nel coro di un quindicennio, ha bonificato il ettore iderurgico europeo in modo trutturale, vale a dire preoché definitivo. Ma e fino a ieri le crii, in particolare iderurgiche, erano fenomeni congiunturali quindi reveribili all interno di un otanziale equilibrio dei fondamentali del mercato (il bilanciamento tra domanda e offerta) la crii attuale e il mercato globale, ponendo problemi mai viti fino ad oggi, richiedono ripote altrettanto inedite e inciive. Non eendoci più la Ceca a

4 45 riolvere gli quilibri, occorre un iniziativa conenuale e conapevole da parte degli tei imprenditori. L imperativo dunque, nel comparto del tondo per cemento armato di cui Brecia è leader nazionale ed europea, è razionalizzare. O meglio, alleari per razionalizzari, cioè per autoridurre le produzioni. AGGRGAZION, NON SLZION, DLLA SPCI Steo dicoro da parte di Giueppe Paini che, pochi giorni dopo Stabiumi, nel coro della preentazione del bilancio del Gruppo ha condivio l appello di Stabiumi riconocendo realiticamente la neceità di eere più coei. Paini ha precito di credere nelle aggregazioni, un dato culturale oltre che una neceità. Aggregari, più chiaramente, per prevenire la elezione della pecie. Anzi, è ora e tempo di parlare di aggregazione, non elezione, della pecie. Per la ragione che la elezione della pecie, lungi dall eere naturale come avviene in natura (e come diceva Lucchini, anch egli vittima della elezione della pecie da lui teo invocata quando andava bene) lacia ul campo morti e feriti. Ma e l eigenza di uniri è coì matura e condivia, dove ta in concreto l otacolo che la impedice? Il problema è culturale ha ripoto Paini qualcoa comunque biogna fare: che i tratti di una alleanza a due, a tre o quattro, qualcoa biogna fare. Coa? Come? La lucidità con cui i due citati imprenditori ammettono la neceità di alleari contrata, al olito, con l incertezza dei comportamenti. È di poche ettimane fa, infatti, la nota con cui quattro grandi aziende iderurgiche Pierluigi e Paolo Streparava. italiane di cui tre breciane (Feralpi, Alfa Acciai e Valabbia più Pittini di Udine) hanno comunicato ufficialmente il tramonto di un progetto aggregativo cui le tee aziende tavano eriamente attendendo da due anni. La rea di fronte ad un progetto traordinariamente poitivo per il futuro del più importante ed omogeneo ettore indutriale breciano una grande realtà dell acciaio che avrebbe collegato Catania, etremo Sud d uropa, a Riea in Saonia, oia il centro pruiano d uropa, paando per Brecia (Lonato, Calviano e Odolo) e Pordenone, inglobando altreì grazie all Alfa Acciai una quota ignificativa della maggiore imprea tedeca di rottame dimotra quanto ia ancora lunga la trada delle aggregazioni made in Brecia. Ma il fatto che gli tei intereati ne riconocano la ineludibile neceità motra quanto la partita non ia ancora chiua, ma reti aperta a concluioni poitive. Certo, come dice Paini occorre peronalizzare le aziende, nel eno che va uperata la cultura familita delle tee pur conervandone la truttura familiare, cioè fare poto a perone (manager) e riore (capitali) eterni alla famiglia enza cancellare quet ultima. Ma occorre anche renderi conto che il tempo utile per tali deciioni ta cadendo, e che le aggregazioni o i fanno ora che la crii morde o mai più, poiché nella beneaugurata ipotei di una riprea della domanda interna e internazionale il richio è che il dicoro ulle aggregazioni torni di nuovo in alto mare, alla faccia di tutti i buoni propoiti e le realitiche ammiioni. Ma, ia detto a concluione di tale capitolo, tupice che proprio le tre aziende culturalmente più mature per tale pao e più cocienti della ua ineluttabile urgenza rette da importanti famiglie quali Paini, Lonati, Stabiumi e Brunori iano le tee che da anni non riecono a portare a termine concretamente progetti aggregativi di cui i ripettivi titolari ono i primi a riconocerne la improrogabile neceità. SQUADRA, SINRGIA, SISTMA Ma ci ono altri tentativi di aggregazione in ettori ancora più trainanti. Intendiamo la meccanica, che col 40% degli addetti dell indutria breciana cotituice il comparto più diffuo della manifattura locale. Meccanica che per oltre la metà è cotituita dall automotive, ovvero la componentitica per l indutria automobilitica e dei traporti. bbene, e la componentitica italiana è la econda in uropa dopo l immancabile Germania, la componentitica breciana è la econda in Italia dopo Torino. Un compleo che, e a livello nazionale comprende qualcoa come aziende che danno lavoro a 161mila perone per un fatturato di 40 miliardi di euro di cui il 18% all export, a livello breciano conta 300 aziende con 20mila addetti e ette miliardi di fatturato, il 4% del quale detinato a innovazione ttore Lonati.

5 46 Franceco Mechini. Giancarlo Dallera. e ricerca. Hanno ragione quindi alcuni dei maggiori protagoniti del ettore Attilio Camozzi, Marco Bonometti, Paolo e Pierluigi Streparava, Giancarlo Dallera a lanciare la propota della creazione di un conorzio o gruppo di acquito per il comparto breciano dell automotive. La ragione è evidente, come oerva Camozzi: un centro di acquito per l intero comparto arebbe in grado di negoziare prezzi delle materie prime più favorevoli. Un conto, infatti, è la ingola azienda che tratta l acquito di una partita da tonnellate, un altro è un buyer che tratta una partita da 1 milione di tonnellate per conto di tutto il ettore. L altro cao di pecie è quello che ta caturendo da un altro ettore portante della manifattura breciana, fore il più illutre per toria e pecificità del prodotto: le armi. Il Conorzio degli armaioli della Valtrompia, otto la guida dell intancabile Pierangelo Pederoli, figura torica delle armi breciane, ta alletendo negli Stati Uniti un centro operativo unificato. Si tratta di una ede commerciale, di aitenza e ditribuzione, non ancora di un aggregazione vera e propria, ma è tanto più ignificativa quanto più i peni che caturice dal comparto più geloamente individualita e cocciutamente olipita dell indutria breciana. Le armi, infatti, ia quelle portive come i fucili da caccia ia quelle militari leggere come le pitole, ono per loro tea natura epreione più ecluiva di creatività indutriale, i cui brevetti ono frutto di inventività individuale peo coperti da egreto indutriale e empre da quello militare. Gli Stati Uniti cotituicono da tempo il principale mercato di bocco delle armi breciane, ia fucili da caccia come Beretta o Fabbri e da tiro come Perazzi (olo per fare alcuni nomi), ia armi militari leggere come le pitole Beretta. Le tee che dal 1985, l anno in cui la caa di Gardone Valtrompia i aggiudicò il contratto del ecolo vincendo la gara mondiale per la fornitura al Pentagono, ono diventate una leggenda avendo otituito il mito delle pitole made in Ua. Infine, ultimo ma non ultimo, parliamo del cao più emblematico di aggregazione in quanto finora più riucito perché più compiuto, ia giuridicamente che operativamente. È anche l eempio più tipico, e per queto potrebbe eere clonato e propoto come modello per altri ettori, olo e le aociazioni imprenditoriali ne aumeero l iniziativa (coa che purtroppo fino ad oggi non è avvenuta). Si tratta di un aggregazione nata nella automazione, la filiera più avanzata della meccanica breciana l eccellenza più attrezzata e dotata di cultura indutriale che conta le aziende di macchine tranfer migliori del mondo (per chi non lo apee, il miglior tranfer del pianeta, mix inarrivabile tra meccanica ed elettronica, non è tedeco né giapponee ma breciano). È un aggregazione che comprende la filiera forno-preatranfer-robot. l Itg di Bovezzo (Italian Technology Group) che raggruppa la Maetri di Calcinato (forni da ricaldo), la Hydromec di Guago (pree per lo tampaggio), la Btb di Bovezzo (tanfer) e la Automazioni Indutriali di Guago. Fautori principali, anche e non unici, ono Franceco Mechini (Hydromec) e Manueto Bonomi (Btb). Un precedente importante nella breve toria delle aggregazioni breciane di cui l Aib è accorta con molto ritardo. Per dire quanto ia tardiva, anche a livello di vertice, l acquiizione di una moderna cultura aggregativa. Ma e il buon eempio viene dal bao, il buon coniglio deve venire dall alto. Coa ne peni del tema trattato in queto ervizio? Dai il tuo parere u Manueto Bonomi.

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