LA VITE (VITIS VINIFERA)

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LA VITE (VITIS VINIFERA) La vite è una pianta rampicante con radici molto estese. Ha un ciclo vitale ben preciso i primi 2-3- anni cresce ma è improduttiva. La fase di massima produttività dura in genere fino ai 20-25 anni ed è generalmente abbastanza costante ma variabile in funzione del vitigno,del sistema di allevamento e dell andamento climatico delle diverse annate.alcuni vitigni hanno una produttività molto abbondante e costante altri sono un po meno prolifici e più irregolari. La fase di vecchiaia della vite si manifesta in genere verso i 30-40 anni. Oltre a un ciclo vitale c è un ciclo annuale vegetativo e produttivo.dopo la vendemmia la vite va a riposo le foglie cambiano colore e cadono.in primavera si formano nuovi germogli dai quali si formeranno i grappoli vendemmiati tra l estate e l autunno. Normalmente tra aprile e maggio si ha la formazione dei primi grappolini, tra maggio e giugno inizia la fioritura. A seconda delle varietà tra luglio e agosto avviene la maturazione degli acini.la fine della maturazione può concludersi tra la metà di agosto e la fine di ottobre a seconda dei vitigni che si possono dire precoci o tardivi.la vite è una pianta delicata che soffre abbastanza le condizioni termali. Naturalmente come per tutte le piante per evitare lo sviluppo di parassiti e virus si ricorre a trattamenti antiparassitari. Come tutta l agricoltura da una ventina d anni alcune aziende sperimentano la lotta integrata che limita l uso di trattamenti. Qualcuno passa alla coltivazione biologica che esclude tutti i trattamenti chimici ma utilizza solo prodotti a base di rame e zolfo oppure a base di argilla e solfiti. C è poi anche la coltivazione biodinamica che oltre ad usare gli stessi sistemi dell agricoltura biologica tende a rafforzare le colture con estratti vegetali e a rispettare gli insetti presenti nel terreno cercando di trarne dei vantaggi. LA VIGNA L impianto di una nuova vigna crea un piccolo ecosistema nel quale vitigno terreno microclima e tecniche colturali devono interagire alla perfezione per raggiungere i risultati migliori dando grappoli d uva ricchi di colore zuccheri sostanze estrattive e profumate che si esprimeranno in vini di tutte le tipologie bianchi e rossi leggeri e strutturati da bersi giovani o da invecchiamento fermi frizzanti e spumanti. Per migliorare la resistenza della vite alle malattie si svolgono ricerche di sperimentazione per la selezione di nuovi cloni e per il miglioramento di quelli esistenti.ci sono tante varietà che hanno differenti cloni. Esistono vitigni autoctoni e alloctoni.il vitigno autoctono è quello nato in una certa zona e che lì continua ad essere coltivato. I vitigni alloctoni o internazionali sono di più immediata identificazione e sono normalmente diffusi in ogni continente quasi sempre con buoni risultati.naturalmente per impiantare un nuovo vitigno a parte sottostare a disposizioni legislative sia italiane sia europee la cosa più importante è valutare l ambiente pedoclimatico. Quindi terreno e clima. L Italia ha una posizione privilegiata sotto questo aspetto e ha molti terreni vocati per la produzione di vini di qualità.il 60% della viticoltura si realizza in collina, il 32% in pianura e il restante 8% in montagna dove come si può immaginare la coltivazione è molto più difficile.

IL VINO si ottiene dalla pigiatura e successiva fermentazione dell UVA L UVA. Migliaia di varietà di Vitis vinifera compongono il vigneto mondiale ma quelle più diffuse che ne occupano la quasi totalità sono solo una cinquantina. Alcune si adattano bene quasi ovunque altre riescono a esprimersi al meglio solo in aree ristrette. I GRAPPOLI sono sempre formati dagli acini, inseriti su un piccolo ramo chiamato raspo o rachide IL RASPO contiene tannini e polifenoli molto importanti per la struttura dei vini rossi. Per evitare però che diano un carattere troppo duro e aggressivo i raspi vengono eliminati nelle fasi preliminari della vinificazione prima della pigiatura. L ACINO è formato da buccia polpa e vinaccioli che trasferiranno al vino la personalità del vitigno.dai vinaccioli ricchi di sostanze legnose e grasse si potrà ottenere l olio di vinacciolo,per non accentuare i tannini responsabili di una eccessiva astringenza non devono essere pigiati nella produzione di vini rossi mentre nella produzione dei vini bianchi saranno eliminati con la buccia nelle fasi preliminari. LA BUCCIA è importante quasi quanto la polpa.contiene una grande percentuale di acqua oltre a pectine e cellulosa che ne formano la struttura,è ricca di sostanze aromatiche e di molti polifenoli,questi ultimi decisivi per il colore e per alcune caratteristiche tattili e gustative del vino.sulla buccia si può trovare la pruina che serve a trattenere i lieviti spontanei e a proteggere la buccia dell acino da eventuali parassiti e dall eccessivo calore.dopo la vendemmia l uva deve essere lavorata al più presto e sottoposta ai trattamenti che rallentino lo sviluppo di lieviti e batteri dannosi. I polifenoli sono pigmenti e tannini. I pigmenti sono i responsabili dei colori delle bucce. Nei vini rossi sono gli antociani che danno colori porpora e rosso rubino mentre nei bianchi si trovano i flavoni leucoantociani e catechine (flavanoli). Gli acidi fenolici formano i tannini.questi non si esprimono nel vino solo a livello gustativo determinando corpo e astringenza ma influenzano anche il colore dei vini rossi che riposano in botte e poi in bottiglia.la concentrazione degli antociani e dei tannini cambia durante la maturazione delle uve.i polifenoli hanno anche un importante azione protettiva infatti il vino bianco che ne ha meno è più delicato.nella buccia si trovano anche i terpeni che determinano le sensazioni odorose. LA POLPA contiene soprattutto zuccheri e acidi organici. Gli zuccheri sono il glucosio e il fruttosio.gli acidi sono il tartarico,il malico e una piccola quantità di citrico.dopo la fermentazione alcolica si avrà la fermentazione malolattica che grazie alla produzione di acido lattico smorza l aggressività del vino. L acido citrico ha un sapore asprigno.questi acidi determinano la piacevole sensazione rinfrescante con il senso di salivazione che si percepisce nei vini giovani (acidi fissi).la polpa contiene anche minerali e vitamine. DALL UVA AL MOSTO. La vendemmia è spesso fatta a mano e fatta la selezioni dei grappoli e portati in cantina si inizia la pigiatura.la pigiatura soffice schiaccia delicatamente i grappoli escludendo i raspi.si impiegano le diraspapigiatrici che contemporaneamente eliminano i raspi e schiacciano gli acini.la vinificazione in bianco che avviene senza vinacce (bucce e vinaccioli) necessita di maggiore attenzione.si può procedere a una pigiatura soffice e una successiva sgrondatura per eliminare le parti solide del grappolo. Il ricavato dalla pigiatura che si chiama mosto fiore viene inviato alle fasi successive.

IL MOSTO. E il succo che si ottiene dalla pigiatura dell uva. E composto da molte sostanze.alcune di queste resteranno invariate anche nel vino altre si trasformeranno e altre ancora si formeranno ex novo.la quantità di zucchero nel mosto può variare moltissimo,naturalmente più il mosto è ricco di zucchero più il vino lo sarà di alcol etilico. Se si vuole produrre invece un vino dolce l azione dei lieviti verrà bloccata per limitare la produzione di alcol e mantenere un elevato residuo zuccherino.oltre agli zuccheri il mosto ha gli acidi tartarico,malico e citrico. Sono presenti anche l ossalico e glicolico in percentuali minori.(acidi fissi) Acido acetico (volatile) deve essere presente in quantità molto bassa e si sviluppa durante la fermentazione. Nel mosto sono presenti anche i polifenoli molto determinanti per la personalità del vino.il colore la struttura la tannicità e la sua stessa longevità dipendono in gran parte dalla quantità e dalla tipologia dei polifenoli del mosto. I lieviti sono microrganismi responsabili della fermentazione alcolica.ci sono dei lieviti anche sulle bucce e sui raspi (lieviti apiculati) ma i veri responsabili della trasformazione del mosto in vino sono i lieviti ellittici impiegati anche nella produzione di pane e birra è quello che comunemente è chiamato lievito di birra. Sempre più spesso in cantina si ricorre all uso di lieviti selezionati,in grado di adattarsi molto bene a diversi processi produttivi. I fattori che influenzano l attività dei lieviti sono la quantità di ossigeno e di sostanze azotate in particolare azoto ammoniacale facilmente assimilabile. TRATTAMENTI E CORREZIONI DEL MOSTO. Prima di passare alla vinificazione il mosto viene sottoposto a dei trattamenti. I trattamenti sono diversi nel mosto destinato alla vinificazione in bianco o in rosso.nella prima si procede ad un illimpidimento mentre in rosso il mosto viene lasciato a contatto con le bucce. L addizione di sostanze chiarificanti permette la chiarificazione del mosto ed è favorita dalla refrigerazione. L anidride solforosa(solfiti) svolge il maggior numero di funzioni all interno del mosto. La quantità aggiunta dipende dalla carica batterica e dagli effetti che si vogliono ottenere. Grazie alle sue proprietà antiossidanti limita i danni causati dall ossigeno riducendo l imbrunimento particolarmente dannoso nei mosti bianchi. Favorisce inoltre la chiarificazione del mosto limitando gli attacchi di lieviti e batteri dannosi. Durante la vinificazione in rosso l anidride solforosa favorisce la solubilizzazione di molte sostanze presenti nelle bucce.la correzione del grado zuccherino sia diminutiva che aumentativa. A parte vini liquorosi o alti vini particolari in Italia non è permessa l aggiunta di zucchero (saccarosio). La gradazione zuccherina nel mosto si farà o con mosti più ricchi di zucchero (taglio) o con l addizione di mosto concentrato (evaporazione dell acqua) o di uve fatte parzialmente appassire. Correzioni diminutiva meno frequenti si fanno con mosti meno ricchi di zuccheri. La correzione dell acidità consiste nell addizione di acido tartarico. Un buon livello di acidità protegge il mosto da malattie batteriche e fungine. LA VINIFICAZIONE IN ROSSO. Ci sono delle uve che vengono vinificate in base al vino che si vuole ottenere. Per esempio il pinot nero. Se si applica la vinificazione in rosso con un prolungato contatto con le bucce si ottiene un vino rosso,con macerazioni più brevi si producono vini rosati mentre se si separano le bucce dopo la pigiatura si avrà un vino bianco.in questo case si ha anche una base per la produzione di spumanti. La fase che diversifica la vinificazione in rosso da quella in bianco è la macerazione. Dopo i trattamenti e l eventuali correzioni il mosto è posto nei fermentatori (acciaio o vetroresina) qui dopo l addizione di lieviti selezionati inizia a fermentare con le vinacce.in genere si lascia a fermentare 10-15 giorni.per i più giovani 4-5 giorni. In questo periodo si controllerà la temperatura e si farà il rimontaggio ovvero le vinacce che affioreranno in superficie verranno ancora rimescolate per favorire la fermentazione in maniera omogenea. Mentre il mosto continua a

fermentare i lieviti trasformano gli zuccheri in alcol etilico anidride carbonica e sostanze secondarie, il colore diventa più intenso e i componenti della buccia passano alla parte liquida. Al termine della fermentazione tumultuosa data dall anidride carbonica che fa ribollire il mosto, si procede con la svinatura (eliminazione di bucce e fecce di fermentazione)le vinacce asciugate mediante torchiatura più o meno esaurite vengono mandate alla distilleria per la produzione della grappa. Il vino a questo punto deve subir trattamenti di stabilizzazione e passare ad una breve maturazione che ne perfezioni l equilibrio,grazie anche all eventuale fermentazione malolattica (acido malico) che ne favorirà la morbidezza, I VINI ROSATI Il sistema più usato nella produzione dei vini rosati prevede una breve macerazione delle vinacce nella parte liquida del mosto. Un'altra alternativa è usare delle uve a bacca rossa poco pigmentate e povere di tannino. Un'altra ancora è quella di mescolare in uvaggio uve rosse e bianche.quello che non si può fare è miscelare vino rosso e vino bianco. I rosati hanno caratteristiche organolettiche più simili ai vini bianchi che a quelli rossi e sono normalmente da bere giovani. LA VINIFICAZIONE IN BIANCO Nella vinificazione in bianco durante la fermentazione non c è contatto fra mosto e vinacce eliminate nelle fasi precedenti. Dopo i consueti trattamenti e le correzioni del mosto la fermentazione è fatta ad una temperatura inferiore rispetto alla vinificazione in rosso. Solo per dei vini di maggiore personalità la vinificazione è preceduta da una macerazione pellicolare di qualche ora a contatto con le bucce. LA FERMENTAZIONE ALCOLICA La fermentazione alcolica è svolta dai lieviti che trasformano gli zuccheri, in particolare il glucosio in alcol etilico anidride carbonica energia termica e molte sostanze secondarie. L alcol presente riportato in etichetta è detto svolto. I vini dolci contengono zuccheri residui che fermentando possono modificare la percentuale di alcol svolto. LA FERMENTAZIONE MALOLATTICA Normalmente nella primavera che segue la vinificazione alcuni batteri lattici fanno in modo che si realizza la fermentazione malolattica che determina la morbidezze e l equilibrio di un vino.e più comune trovarla nei vini rossi ma si trova anche in bianchi importanti magari fermentati o fatti riposare in barrique. Oltre che meno acido dopo la fermentazione malolattica il vino risulta più persistente e ricco di corpo e anche il suo profumo può trarne vantaggio. PRATICHE DI CANTINA,TRATTAMENTI E CORREZIONI DEL VINO. I travasi che muovono il vino per eliminare fecce che affiorano,colmature o scolmature perché può esserci un calo di volume del vino presente nei recipienti.infine prima di essere imbottigliato si farà una chiarificazione e spesso una filtrazione per rendere più limpido il vino.qualche volta per rendere il vino più vivace si realizza una rifermentazione aggiungendo un po di mosto fresco. La pastorizzazione normalmente si effettua solo su vini comuni come altri trattamenti. Dopo la maturazione e la filtrazione prima dell imbottigliamento viene aggiunta l anidride solforosa per ridurre fenomeni di ossidazione e garantire la massima stabilità biologica.

MATURAZIONE E INVECCHIAMENTO Dopo la svinatura e prima dell imbottigliamento i vini vengono sottoposti a trattamenti stabilizzanti e ad un periodo di maturazione che può durare pochi mesi in recipienti in acciaio o vetroresina oppure uno o più anni in botti di legno di diverse capacità.in altri casi può passare in acciaio e poi in botte. Nei primi casi rimarrà pressoché intatta la tipicità e fragranza del vitigno nel caso di riposo in botte il bouquet si arricchirà di profumi dati dal riposo in legno. Normalmente i vini bianchi rosati o rossi da bersi giovani che sostano per breve tempo solo in acciaio vengono imbottigliati nella primavera successiva all anno di vendemmia dopo aver avuto trattamenti di stabilizzazione e perfette filtrazioni brillantanti che eliminano le cellule dei lieviti e tutte le particelle in sospensione. BOTTE GRANDE E BARRIQUE I vini fermentati e invecchiati in botti di legno vedono modificata la tonalità del colore, un viola e rubino vivace virano verso quelle granato o addirittura aranciate. Nei bianchi dai toni freddi del giallo paglierino si passa al dorato o addirittura ambrato. Il bouquet si arricchisce di sentori evoluti.il riposo del vino in botte sui propri lieviti di fermentazione lo protegge dalle ossidazioni e soprattutto ne arricchisce la struttura e il profumo. Durante il riposo in botte il gusto del vino diventa più morbido ed equilibrato.il legno cede anche i tannini ellagici meno aggressivi di quelli delle uve e ogni legno dà il suo tocco di originalità (rovere castagno ciliegio). Le botti hanno capacità diverse. Anche i legni sono diversi ed ognuno ha le sue caratteristiche. Nella botte piccola il rapporto tra la superficie del legno e il volume del vino è alto quindi l effetto del contatto è rapido al contrario di quanto avviene nella botte grande. Un altro fattore che incide è legato al passaggio e cioè se la botte è nuova le sostanze rilasciate per determinare i sentori di un vino sono maggiori così per un secondo o addirittura un terzo passaggio il profumo e il sapore in questo caso sono influenzati solo parzialmente. Alcune botti piccole subiscono anche una tostatura che quindi da sentori ancora diversi. C è anche pericolo che alcuni vini subiscano troppo il passaggio in botte. Qualche volta lo stesso vino si fa riposare in parte in acciaio e in parte in botte e poi prima dell imbottigliamento si assembla. Il vino alla fine è posto in bottiglia e qui completa l affinamento che in alcuni casi può riposare per decenni e completare l evoluzione nel tempo. LA COMPOSIZIONE DEL VINO E LA DEGUSTAZIONE. Il vino è una soluzione nella quale sono disciolte più di 600 sostanze:alcune derivano dalle uve altre dai processi fermentativi altre ancora si sono formate durante la maturazione in acciaio o in botte e durante l affinamento in bottiglia. IL COLORE dipende dalla quantità e qualità dei pigmenti dei vitigni impiegati e da altri fattori. La maturazione, la pigiatura, la macerazione e fermentazione a contatto con le bucce,il materiale del contenitore di riposo e l evoluzione. IL PROFUMO dipende dagli aromi primari riconducibili al vitigno, gli aromi secondari che dipendono dalla fermentazione ed infine dagli aromi terziari che derivano dall invecchiamento. IL SAPORE del vino è un intreccio di morbidezza e durezza, delicatezza e aggressività legato ad alcol etilico,glicerina e acidi organici. La maggior parte dei vini secchi non ha residui zuccherini in questi casi non si ha dolcezza ma morbidezza che dà una sensazione vellutata e avvolgente al palato. L alcol etilico dà invece una sensazione pseudocalorica che naturalmente varia in corrispondenza del tipo di vino. L alcol etilico contribuisce a rafforzare anche la morbidezza del vino mediante la glicerina che si forma durante la fermentazione. Per un piacevole equilibrio

servono anche gli acidi. L acidità del vino è maggiore nei vini giovani e nelle basi da spumantizzare. Ravviva il colore, provoca una piacevole sensazione di freschezza legata alla salivazione indotta.gli acidi fissi che derivano dalle uve come il tartarico e il malico si trasformano e tendono a diminuire mentre altri si formano in fermentazione come il lattico il citrico e il succinico. L acido acetico prodotto per ossidazione dell alcol etilico è positiva solo in quantità ridotta altrimenti può essere sgradevole. I tannini danno astringenza. Se il vino è giovane i tannini che derivano dalle uve tendono ad essere più aggressivi mentre se è più maturo e ha riposato in legno sono più morbidi ed eleganti.ci sono poi i minerali che sono responsabili della sapidità dei vini. Infine l anidride carbonica dei vini frizzanti e degli spumanti determina il perlage e accentua la sensazione di acidità, tannicità e sapidità L analisi sensoriale che si fa in una degustazione ha anche una percentuale di soggettività e i sensi usati nella degustazione per l analisi sensoriale sono la vista l olfatto e il gusto dato che la scheda descrittiva si divide in ANALISI VISIVA -ANALISI OLFATTIVA - ANALISI GUSTO OLFATTIVA. Le 10 regole per una perfetta degustazione 1. svolgere la degustazione in un ambiente con pareti chiare, silenzioso e senza odori e profumi 2. non usare profumi intensi 3. non ingerire sostanze dal sapore forte e persistente 4. non fumare 5. degustare il vino ad una temperatura adeguata 6. non degustare più di 10-12 campioni di vino 7. scegliere un orario opportuno 8. seguire una sequenza logica di assaggio dei vini 9. non lasciarsi condizionare dalla fama del vino o del produttore 10. essere in perfetto stato di riposo, e non essere.raffreddati