UN ANALISI DEI DIFFERENZIALI DELLA CRESCITA E DEI FATTORI DI SVILUPPO REGIONALE

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1 Simone Landini UN ANALISI DEI DIFFERENZIALI DELLA CRESCITA E DEI FATTORI DI SVILUPPO REGIONALE Conribuo di ricerca n. 217/2007 1

2 2 CONTRIBUTI DI RICERCA

3 L IRES PIEMONTE è un isiuo di ricerca che svolge la sua aivià d indagine in campo socioeconomico e errioriale, fornendo un supporo all azione di programmazione della Regione Piemone e delle alre isiuzioni ed eni locali piemonesi. Cosiuio nel 1958 su iniziaiva della Provincia e del Comune di Torino con la parecipazione di alri eni pubblici e privai, l IRES ha viso successivamene l adesione di ue le Province piemonesi; dal 1991 l Isiuo è un ene srumenale della Regione Piemone. L IRES è un ene pubblico regionale doao di auonomia funzionale disciplinao dalla legge regionale n. 43 del 3 seembre Cosiuiscono oggeo dell aivià dell Isiuo: la relazione annuale sull andameno socio-economico e errioriale della regione; l osservazione, la documenazione e l analisi delle principali grandezze socio-economiche e errioriali del Piemone; rassegne congiunurali sull economia regionale; ricerche e analisi per il piano regionale di sviluppo; ricerche di seore per cono della Regione Piemone e di alri eni e inolre la collaborazione con la Giuna Regionale alla sesura del Documeno di programmazione economico finanziaria (ar. 5 l.r. n. 7/2001). CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Angelo Pichierri, Presidene Brunello Manelli, Vicepresidene Paolo Accusani di Reoro e Poranova, Anonio Buzzigoli, Maria Luisa Gioria, Carmelo Inì, Robero Ravello, Maurizio Ravidà, Giovanni Salerno COMITATO SCIENTIFICO Giuseppe Bera, Giorgio Brosio, Cesare Emanuel, Adriana Luciano, Mario Moninaro, Nicola Negri, Giovanni Ossola COLLEGIO DEI REVISORI Emanuele Davide Ruffino, Presidene Fabrizio Allasia e Massimo Melone, Membri effeivi Liliana Maciariello e Mario Marino, Membri suppleni DIRETTORE Marcello La Rosa STAFF Luciano Abburrà, Sefano Aimone, Enrico Allasino, Loredana Annaloro, Maria Teresa Avao, Marco Bagliani, Giorgio Berolla, Anonino Bova, Dario Paolo Buran, Laura Carovigno, Renao Cogno, Luciana Confori, Albero Crescimanno, Alessandro Cunsolo, Elena Donai, Carlo Albero Dondona, Fiorenzo Ferlaino, Viorio Ferrero, Filomena Gallo, Tommaso Garosci, Maria Inglese, Simone Landini, Anonio Laroonda, Eugenia Madonia, Maurizio Maggi, Maria Crisina Migliore, Giuseppe Mosso, Carla Nanni, Daniela Nepoe, Sylvie Occelli, Sanino Piazza, Sefano Piperno, Sonia Pizzuo, Elena Poggio, Lucrezia Scalzoo, Filomena Tallarico, Giuseppe Virelli 2007 IRES Isiuo di Ricerche Economico-Sociali del Piemone via Nizza Torino - Tel. 011/ Fax 011/ Si auorizza la riproduzione, la diffusione e l uilizzazione del conenuo del volume con la ciazione della fone. 3

4 4 CONTRIBUTI DI RICERCA

5 INDICE INTRODUZIONE 7 Prima Pare: Differenziali di Sviluppo Seoriali e Regionali in Ialia 9 1. DIFFERENZIALI REGIONALI DELLO SVILUPPO Dinamica Aggregaa: chi e quano? Localizzazione Regionale: dove? Specificazione Seoriale: come? Le Dinamiche Cross-Secion dei Seori Deerminani Macroscopiche della Crescia Nazionale FLUTTUAZIONI ED ASPETTATIVE SULLA CRESCITA Definizione di Indici Analisi degli Indicaori QUALI FENOMENI DI CONVERGENZA? Convergenza aggregaa Convergenza seoriale Un approfondimeno esploraivo sulla produivià e poliiche correlae FATTORI DELLA CRESCITA: BASI PER UN MODELLO 67 Seconda Pare: il Piemone in Ialia CRESCITA E VANTAGGI COMPETITIVI MODELLI DI SVILUPPO INDUSTRIALE CONSIDERAZIONI RIASSUNTIVE E CONCLUSIONI Differenziali di Sviluppo Dinamica Aggregaa Localizzazione Regionale Specificazione Seoriale Declinazione Cross-Secion delle dinamiche seoriali Deerminani macroscopiche della crescia nazionale Fluuazioni ed aspeaive Quali fenomeni di convergenza Convergenza aggregaa Convergenza seoriale Un approfondimeno esploraivo sulla produivià e poliiche Faori della crescia: un modello di qualificazione Crescia e vanaggi compeiivi Modelli di sviluppo indusriale 99 5

6 6 CONTRIBUTI DI RICERCA

7 INTRODUZIONE Breve analisi di coneso: Ialia in Europa e nel Mondo Negli ulimi anni l economia mondiale è saa dominaa da faori posiivi e negaivi. I faori negaivi del coneso inernazionale possono essere inquadrai in un problema di poraa globale. Il rialzo dei prezzi delle maerie prime segna marcaamene il divario dei profili di crescia di diversi paesi. A livello Europa il asso di crescia è passao dal 2,4% del 2004 all 1,3% del 2005 con uno spread eccessivo rispeo alla endenza USA (4,2% nel 2004 e 3,5% nel 2005) e alle economie asiaiche (Cina 10,1% nel 2004 e 9,9% nel 2005). In paricolare poi si hanno aspei conraddiori all inerno dell Europa sessa quano ai profili di crescia. TABELLA 1. DIFFERENZIALI DI CRESCITA NEI PRINCIPALI PAESI UE. FONTE: BANCA D ITALIA Paesi Deerminani UE 0,7% 2,1% 1,3% Ialia 0,3% 1,1% 0 Conrazione invesimeni ed expor Germania -0,2% 1,6% 0,9% Debolezza dei consumi Francia 0,8% 2,3% 1,4% Domanda inerna Moli analisi sono sai oimisi per il 2006, anno in cui avrebbe dovuo manifesarsi un più evidene segnale di via in Europa, con prudene fiducia nella crescia della Germania cui si è ancoraa anche quella ialiana. Tui però concordavano sul fao che non sarebbe un fenomeno durauro ma che, già dal 2007, vi sarebbe sao un ridimensionameno differenziao, responsabile una bassa e piaa inflazione che avrebbe indoo le banche ad alzare i assi d ineresse comporando un effeo negaivo sulle sraegie d invesimeno degli operaori, imprese e risparmiaori abiuai a assi aorno al 2%. Il coneso inernazionale non è sao dunque brillane e l Europa si è caraerizzaa per una dinamica debole e dai profili conrasani, complice la solidià dell euro che ha reso difficili gli scambi exra UE. L Ialia ha subio il coneso e non si è mosraa reaiva e compeiiva, sia dal puno di visa commerciale sia soo il profilo ecnologico. Il calo del seore indusriale ha olo solidià allo sviluppo nazionale e la erziarizzazione, fenomeno ormai consolidao, non è riuscio a compensare le perdie. In Europa l indusria è in crescia menre in Ialia ale processo non è avvenuo in modo alreano vigoroso colpendo soprauo i beni di consumo, specie per la debolezza del comparo auomobilisico. L Ialia ha soffero molo anche la concorrenza delle economie emergeni nei seori di sua specializzazione come il essile, abbigliameno e conciario ma anche nei seori high ech. Dopo i livelli massimi di fine 2000 (102) l indice della produzione indusriale su base gennaio 2000 è passao al minimo (95) nel dicembre 2004 con una dinamica in calo endenziale, sebbene dominaa da ciclicià congiunurali. Gli invesimeni fissi lordi dal asso di crescia del 4% nel 2002 sono passai al -1,7% nel 2003 per risalire al 2,2% nel 2004 per poi conrarsi (-0,6%) ancora nel Alreano problemaiche sono sae le imporazioni e le esporazioni. In paricolare le esporazioni hanno avuo una dinamica urbolena minacciando la compeiivià. Grazie alla svaluazione, prima dell enraa in vigore dell euro, si poeva avere un vanaggio che poi si è andao sabilizzando ma dal 2001 in poi, per effeo di una produivià sagnane, la crescia del CLUP ha porao ad una perdia di quoe di mercao. Alcuni analisi, piuoso che una congiunura sfavorevole, considerano come causa della debolezza della produivià i problemi organizzaivi e la bassa capacià d innovazione. Il peso delle 7

8 esporazioni ialiane a livello mondiale dal 4,6% del 1995 è passao al 2,7% nel 2005 menre in Francia la perdia è saa conenua, dal 5,7% si è passai al 4,9%, ed in Germania c è sao persino un incremeno dal 10,3% al 11,7%, anche in queso caso lo spread è molo ampio. In breve queso è il coneso nazionale ed inernazionale fino al Uno dei moivi per cui vale ancora la pena analizzare i differenziali di crescia e le sue componeni si può vedere nel fao che, per quano il gap Nord-Sud vada via via colmandosi, permangono ancora delle disparià, ad esempio in ermini di sili di via, ambio in cui la crescia economica è solo una delle mole componeni. Non è, infai, possibile immaginare che, nella complessià delle moderne economie occidenali indusrializzae, la crescia economica, inesa come incremeno della produzione, sia l unico o il migliore fra gli indicaori esplicaivi del benessere. Le reroazioni ra componeni economiche, sociali e demografiche sono infai moleplici perciò occorrerà prendere in considerazione anche indicaori esogeni alla crescia per spiegarne la naura. Non solo, a queso occorre anche aggiungere una specificazione seoriale per le performance delle economie regionali che compongono poi la performance nazionale. Nel seguio cercheremo di capire come si è arrivai allo scenario prima delineao sudiando i differenziali dello sviluppo regionale e seoriale ma soprauo siamo ineressai a capire ed a descrivere le dinamiche più imporani dell economia nazionale e del Piemone quano al loro profilo di sviluppo. Sruura del lavoro Il presene lavoro si sruura in due pari. La prima pare è miraa allo sudio della dinamica seoriale e regionale di alcuni indicaori, rienui sraegici, in ermini di crescia e sviluppo operando un confrono direo ra regioni e nazione presa a riferimeno. In quesa pare prenderemo in considerazione anche il ema delle fluuazioni delle grandezze macroeconomiche, rienue endogene al processo di crescia (lavoro, invesimeni, produzione e produivià), e passeremo ad analizzare il ema della convergenza per le economie locali, sia di ipo aggregao sia nella specificazione seoriale. La prima pare conclude con un esercizio finalizzao a qualificare la crescia analizzando, in modo non convenzionale, le relazioni che sussisono fra il asso di crescia della produzione e quello di una serie di alri indicaori esogeni. La seconda pare riguarda invece un focus specifico sul Piemone, considerando l evoluzione del sisema economico piemonese, valuandone le performance, ricorrendo ad una specificazione seoriale più deagliaa, inegrando una assonomia per i possibili modelli di sviluppo seoriale (Volume 9 del Secondo Rapporo Triennale). In conclusione della seconda pare si passerà alla valuazione del posizionameno del Piemone nel coneso nazionale. NOTA: quello che si presena è un enaivo meodologico di analisi non convenzionale sulle economie locali con dai macroscopici dal 1995 al 2003, disponibili al momeno d inizio dello sudio. 8

9 PRIMA PARTE Differenziali di Sviluppo Seoriali e Regionali in Ialia 9

10 10 CONTRIBUTI DI RICERCA

11 1. DIFFERENZIALI REGIONALI DELLO SVILUPPO In queso capiolo si delineano i rai essenziali del panorama regionale e seoriale in Ialia considerando i differenziali di crescia dal 1995 al 2003 per alcuni indicaori di sviluppo che rieniamo sraegici. Nel seguio descriveremo i differenziali di sviluppo regionale facendo riferimeno alla dinamica di quaro indicaori sraegici: o Il Valore Aggiuno (VA=Y) di una regione è dao dalla somma dei valori della produzione di ciascuna branca al neo dei servizi di inermediazione finanziaria (SIFIM) e, idenicamene, coincide con la differenza ra il Prodoo Inerno Lordo e la somma delle Impose sulla Produzione con i Conribui alla Produzione. In sosanza quindi il VA misura la ricchezza prodoa (Y) da un seore in una regione. o Gli Invesimeni (I) (fissi lordi per branca propriearia) rappresenano il valore dei beni srumenali acquisii per impiegarli nel processo produivo una o più vole per un periodo di empo non inferiore all anno. o Le Unià di Lavoro (L) quanificano il volume di lavoro svolo da coloro che parecipano al processo di produzione realizzao sul erriorio in un seore economico, a prescindere dalla loro residenza. L'unià di lavoro rappresena quindi la quanià di lavoro presao nell'anno da un occupao a empo pieno, oppure la quanià di lavoro equivalene presaa da lavoraori a empo parziale o da lavoraori che svolgono un doppio lavoro. Queso conceo non è più legao alla singola persona fisica, ma risula ragguagliao ad un numero di ore annue corrispondeni ad un'occupazione eserciaa a empo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differene aivià lavoraiva. Le unià di lavoro sono dunque uilizzae come unià di misura del volume di lavoro impiegao nella produzione dei beni e servizi rienrani nelle sime del Prodoo Inerno Lordo in un deerminao periodo di riferimeno. o La Produivià (Q) è definia come la ricchezza prodoa da una unià di lavoro, cioè segue dal rapporo del VA di un seore in una daa regione per il numero di L del medesimo seore nella regione indicaa. Dalla loro definizione è facile noare che quesi indicaori consenono di quanificare la ricchezza ed il poenziale produivo di un seore economico di un dao erriorio e, perano, si presano ad essere inerpreai come indicaori endogeni dello sviluppo economico, per queso li rieniamo sraegici. Di seguio inizieremo con lo sudiare la dinamica aggregaa di quesi indicaori per capire come si possa caraerizzare lo sviluppo economico, senza disinguere la scansione seoriale, e solo considerando le macro parizioni geografiche (chi e quano?). Successivamene prenderemo in esame la dimensione errioriale (dove?) più deagliaa per individuare le aree più o meno viruose. Infine analizzeremo una scansione seoriale (come?). 11

12 1.1. Dinamica Aggregaa: chi e quano? In base ai dai di conabilià regionale ISTAT, misurando i assi di crescia con la variazione percenuale di periodo , noiamo che ui gli indicaori sraegici a livello nazionale hanno un segno posiivo. Nel lungo periodo, il asso di crescia più elevao è sao degli invesimeni (+27,39%) menre il più conenuo è quello della produivià (+5,31%). In ermini aggregai il valore aggiuno nazionale è cresciuo del +13,30%, per un asso medio annuo di crescia pari al +1,57%. La dinamica viruosa degli invesimeni (+27,39%) è consisene con una loro crescia media annua del +3,07%. Per quano riguarda le unià di lavoro oali la crescia media annua è saa di poco soo l'unià menre più debole è saa la crescia della produivià. TABELLA 2. TASSI DI CRESCITA a DATI AL 2002 Tassi di crescia Y I a L Q ITALIA 13,30 27,39 7,59 5,31 Ialia nord-occidenale 10,96 28,22 7,06 3,64 Ialia nord-orienale 13,47 30,87 7,72 5,34 Ialia cenrale 13,77 23,64 9,33 4,06 Mezzogiorno 15,81 25,99 6,75 8,49 TABELLA 3. TASSI (COMPOSTI) MEDI ANNUI DI CRESCITA a DATI AL 2002 Tassi medi annui crescia Y I a L Q ITALIA 1,57% 3,07% 0,92% 0,65% Ialia nord-occidenale 1,31% 3,16% 0,86% 0,45% Ialia nord-orienale 1,59% 3,42% 0,93% 0,65% Ialia cenrale 1,63% 2,69% 1,12% 0,50% Mezzogiorno 1,85% 2,96% 0,82% 1,02% Quese prime due abelle mosrano che alla base delle diversià c'è una differenziazione errioriale. TABELLA 4. EFFETTO DEL NW SUI TASSI DI CRESCITA AGGREGATI. a DATI AL 2002 Var. 95/03 Toale Al neo NW Differenziale VA 13,30% 14,40% -1,1% I a 27,39% 27,02% +0,37% L 7,59% 7,80% -0,21% Q 5,31% 5,81% -0,5% Osserviamo che la bassa crescia si accompagna ad ali invesimeni. Una spiegazione iniziale può venire dalla componene errioriale. I bassi assi di crescia della produzione e del lavoro nel NW incidono pesanemene sulla bassa crescia nazionale di quesi indicaori, specialmene per il valore aggiuno (-1,1%) ma ciò si accompagna ad un maggior asso di crescia degli invesimeni che sembrano essere sosenui proprio dal NW (+0,37%). Analizziamo la Tabella 5 iniziando dalla composizione della varianza. Come si più noare, per ciascuno dei quaro indicaori, la variabilià dei assi di crescia di lungo periodo è principalmene indoa da faori locali (wihin) ma con differenze in ermini d inensià. Benché la volailià del valore aggiuno (8,78) sia quasi il riplo di quella delle unià di lavoro (3,08), per i due indicaori la composizione della varianza dei assi di crescia è quanomeno commensurabile. La volailià del asso di crescia a lungo della produzione è dominaa da faori locali (wihin 56,3%) ma di alreana imporanza sono i faori globali (beween 43,7%), cioè fra le macro 12

13 regioni. Più evidene invece è il faore locale nel caso delle unià di lavoro (wihin 61,3%, beween 38,7%). Ciò spiega come mai l'inensià della volailià del asso di crescia della produivià del lavoro nel lungo periodo sia allineaa sui livelli della produzione (wihin 56,2%, beween 43,8%): la bassa variabilià delle unià di lavoro, per quano erriorialmene differenziaa, non incide su quella della produivià perché ha valore conenuo, specie nel NW e NE. Il fao che la dinamica della produivià sia dominaa da quella della produzione suggerisce l ipoesi secondo cui non sia ano la doazione dei faori produivi localizzai a fare la differenza quano piuoso faori conesuali e ecnologici. Tuavia, occorre precisare, che a livello di economie locali, i differenziali ecnologici possono fare la differenza solo in alcune ipologie di produzione specializzaa menre, a livello aggregao, ali diversià endono ad omogeneizzarsi. Un ipoesi alernaiva a quella echnology based è di porre l aenzione piuoso sull ambiene economico, la doazione infrasruurale ed alri faori che caraerizzano esogenamene un erriorio. TABELLA 5. VARIABILITÀ DEI TASSI DI CRESCITA DEGLI INDICATORI STRATEGICI. a DATI DISPONIBILI AL 2002 VA I a Media Varianza Comp. Var. Media Varianza Comp. Var. TOT - ITA 13,59 8,78 Wihin 26,25 87,55 Wihin NW 9,78 12,14 56,3% 23,90 48,83 90,5% NE 14,05 1,88 Beween 30,92 0,71 Beween C 13,99 1,10 43,7% 28,34 64,15 9,5% S 15,06 4,81 24,04 141,32 L Q Media Varianza Comp. Var. Media Varianza Comp. Var. TOT - ITA 7,08 3,08 Wihin 6,10 9,83 Wihin NW 6,46 0,99 61,3% 3,13 11,32 56,2% NE 7,65 0,71 Beween 5,94 1,03 Beween C 8,96 2,77 38,7% 4,64 5,04 43,8% S 6,16 2,48 8,40 5,13 Gli invesimeni non solo sono l'indicaore più vigoroso, in ermini di asso di crescia (+27,39%), ma sono anche quello più variabile (87,55) sul erriorio. La varianza dei assi di crescia regionali degli invesimeni è circa nove vole più inensa di quella della produivià (9,83) e dieci vole più inensa di quella del valore aggiuno (8,78), menre le unià di lavoro sono pressoché ineri (3,08). Inolre, l'ampia volailià (87,55) del asso di crescia degli invesimeni si spiega quasi oalmene con faori di naura locale (wihin 90,53%). Ciò significa che vi sono delle grandi differenze sulle poliiche d'invesimeno a livello regionale. Dunque, la prima osservazione che possiamo fare è che il sisema Ialia non si compora nel empo allo sesso modo ma ci sono delle differenze errioriali, più o meno marcae, indoe da faori endogeni di ipo economico ed esogeni di ipo localizzaivo. Di seguio inizieremo col circoscrivere la dimensione errioriale dei differenziali di crescia degli indicaori sraegici. Il Valore Aggiuno. La Figura 1 mosra la disribuzione dei assi di crescia per il valore aggiuno fra le regioni ialiane e noiamo come le regioni possano essere raggruppae omogeneamene in re classi. La prima classe è relaiva ad un asso di crescia ra il 5% ed il 10%. In quesa classe vi rienrano solamene due regioni: la Valle d'aosa (+5,37%) ed il Piemone (+7,59%). La seconda classe è relaiva ad una crescia ra il 10% ed il 15% ed ha alcune caraerisiche. Anziuo il minimo relaivo di quesa classe è pari al +11,66% della 13

14 Basilicaa menre il massimo relaivo è pari al +14,18% della Liguria, il che mee in evidenza un campo di variazione di soli 2,52 puni percenuali in cui però sono comprese 12 regioni. Quesa è poi la classe cenrale, cioè quella in cui è conenuo il valore medio nazionale (+13,30%), ma, soprauo, ciò che colpisce è il disacco ra il suo minimo relaivo, la Basilicaa (+11,66%), ed il massimo della classe inferiore, il Piemone (+7,59%), con un gap di olre 4 puni percenuali. L'ulima classe (15%-20%) si aggancia con più coninuià rispeo alla precedene (10%-15%) con un gap effeivo di soli 1,6 puni percenuali, e riguarda la differenza ra il asso di crescia del VA nelle Marche (+15,78%) ed in Liguria (+14,18%). Anche per l'ulima classe il campo di variazione effeivo è risreo (1,91 puni percenuali) e coniene sei regioni (30%) ra il minimo relaivo delle Marche (+15,78%) ed il massimo della Campania (+17,69%), che poi è anche il asso di crescia in assoluo maggiore in Ialia. Si noi infine che, ra la Campania e la Valle d'aosa (il minimo assoluo) c'è un gap di ben 12,32 puni percenuali. FIGURA 1. TASSI DI CRESCITA (VAR. PERC.) DEL VA NELLE REGIONI Var. Y % CAM SIC CAL MOL TAA S MAR LIG SAR C FVG TOS LAZ NE ERO ITA PUG ABR UMB VEN LOM BAS NW PIE VDA 5% 8% 10% 13% 15% 18% In conclusione, come avevamo ipoizzao guardando alla composizione della varianza di queso indicaore, si mee in evidenza una variabilià errioriale e che è possibile circoscrivere in re classi di crescia del valore aggiuno. Tali classi sono poi ben disine per il fao che vi sono dei gap sufficieni ra gli elemeni di froniera delle classi. Tuo ciò suggerisce che, olre al faore erriorio, vi sono alre componeni (i.e. economico-indusriali) a caraere locale che influenzano la crescia. Le Unià di Lavoro. Per quel che riguarda la crescia delle unià di lavoro lo scenario è caraerizzao da una sosanziale equivalenza ra la performance del Mezzogiorno (+6,75%) e del Nord Oves (+7,06%), enrambi al di soo della media nazionale (+7,59%). Anche il Nord Es, che ha avuo un asso di crescia sopra la media nazionale, non ha brillao (+7,72%) se messo a confrono con l'ialia Cenrale che ha marcao un +9,33%. In base ai dai della Tabella 5 è poi ineressane noare come la variabilià nel NE e NW sia molo bassa, indice di una cera omogeneià. A livello complessivo il campo di variazione del asso di crescia del lavoro fra le macro regioni è di soli 2,27 puni percenuali ed in oale si apprezza una bassa volailià (3,08) di naura principalmene locale (wihin 61,3%). Queso indicaore si caraerizza quindi per una bassa volailià localizzaa ed un risreo campo di variazione. 14

15 FIGURA 2. TASSI DI CRESCITA (VAR. PERC.) DI L NELLE REGIONI Var. L % LAZ UMB C TAA CAM LOM ERO NE VEN ITA SIC MAR SAR TOS NW S VDA ABR FVG LIG PIE MOL BAS PUG CAL 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% 10% 11% 12% Gli Invesimeni. La Figura 3 mosra quano la Tabella 5 ha quanificao in ermini di dispersione. Come si vede, il range di variazione degli invesimeni sul erriorio ialiano è molo ampio. Il asso di crescia degli invesimeni in Puglia (+43,6%) è circa sei vole più grande del asso di crescia della Basilicaa (+7,45%). A ale ampiezza (36,15) del campo di variazione si accompagna poi una dispersione aorno al dao medio nazionale (+27,39%), approssimao solo da Liguria, Sardegna e Abruzzo. Possiamo quindi osservare che il faore locale ha una grande imporanza in merio al asso di crescia degli invesimeni, c'è più differenziazione enro le zonizzazioni amminisraive (wihin 90,5%) che fra le macro regioni (beween 9,5%), anche se a livello di macro regioni si possono apprezzare delle diversià, si veda la erza colonna della Tabella 2. FIGURA 3. TASSI DI CRESCITA (VAR. PERC.) DI I NELLE REGIONI Var. % I PUG MAR CAL LOM VEN UMB TAA FVG NE ERO SAR LIG NW ITA ABR S TOS C CAM PIE LAZ SIC VDA MOL BAS 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% La Produivià. L'effeo combinao di valore aggiuno e unià di lavoro deermina il profilo della crescia per la produivià (Figura 4). Definia la produivià del lavoro come il rapporo del valore aggiuno e delle unià di lavoro (Q=Y/L) la sua variazione (ΔQ) è posiiva solo se il asso di crescia del valore aggiuno è maggiore del asso di crescia delle unià di lavoro (ΔQ>0 ΔY > ΔL ), il che è accaduo in ue le regioni fuorché in Valle d'aosa dove la produivià è diminuia di - 15

16 1,24 puni percenuali. Poco meglio hanno fao Lazio (+1,95%) e Piemone (+1,97%), con assi più che dimezzai rispeo alla crescia della produivià in Ialia (+5,31%), meriandosi così le posizioni più basse nella graduaoria. Come mosra la Tabella 5, la dispersione della produivià è commensurabile a quella del valore aggiuno sia in ermini di livello sia in ermini di profilo (wihin 56,2%, beween 43,8%). Lo spread errioriale della produivià è ampio ed in paricolare si apprezza una noevole differenza del Mezzogiorno (+8,49%) rispeo alle alre macroregioni, in paricolare rispeo al NW (+3,64%) ed all Ialia Cenrale (+4,06%) menre il NE (+5,34) è sui livelli nazionali (+5,31%). Per quano la produivià abbia una variabilià conenua (9,83) il profilo inerno è deerminao dalla variabilià inerna al NW, più che doppia rispeo al Cenro ed al Mezzogiorno, menre il NE è molo omogeneo. Queso aspeo di ala variabilià accompagnaa ad un basso asso di crescia è indicaore del fao che, a livello locale, per il NW vi sono problemaiche più complesse da risolvere. E quindi, per quano in ermini complessivi la variabilià è di naura locale, come mosrano le percenuali di composizione della varianza, anche in queso caso non sono indiffereni faori endogeni di naura economica. FIGURA 4. TASSI DI CRESCITA (VAR. PERC.) DI Q NELLE REGIONI Var. % Q CAL MOL SIC CAM S LIG PUG MAR TAA FVG BAS ABR TOS SAR NE ITA ERO VEN C LOM NW UMB PIE LAZ VDA -2% 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% Conclusioni. Come risulao parziale possiamo allora dire che su ui gli indicaori si apprezzano effei della componene errioriale e si possono ipoizzare caraeri endogeni alla base dei profili di crescia. La Figura 5 ripora la dinamica dei assi di crescia a scadenza su base Ad eccezione della produivià, che è un indicaore derivao, i re indicaori fondamenali (VA, I, L) mosrano una dinamica crescene con assi di crescia a scadenza dal 2000 al 2003 su base 1995 che hanno una endenza alla crescia in modo meno che proporzionale. Tale crescia meno che proporzionale si propone in ogni parizione geografica. Di conseguenza possiamo dire che il erriorio differenzia quesi assi di crescia a scadenza nelle loro inensià ma non ha effei sulla sruura. Per quel che riguarda i assi di crescia della produivià aggregaa, a livello di macro regione si meono in evidenza alcune caraerisiche. Anziuo nel empo non varia la graduaoria delle zonizzazioni: il Mezzogiorno ha sempre il asso di crescia maggiore sin dal 2000, seguio dal Nord Es che si maniene sempre sui livelli nazionali, quindi il Cenro e poi il Nord Oves. Si noi poi che il asso di crescia della produivià del lavoro, salvo piccole fluuazioni, si è sviluppao nel empo su livelli commensurabili, così al Sud come a livello nazionale. 16

17 Al conrario, il Nord Oves ed il Cenro hanno marcao un rend decrescene che, nel 2003, ha porao il asso di crescia a livelli dimezzai rispeo a quelli del Col empo, a livello nazionale, nel Nord Es e nel Mezzogiorno il rae of change del asso di crescia del valore aggiuno si è manenuo più alo o almeno sui livelli del asso di crescia delle unià di lavoro. Al conrario, nel Nord Oves ed al Cenro quesa relazione è andaa via via riducendosi deerminando così il rallenameno del asso di crescia della produivià del lavoro. FIGURA 5. DINAMICA DEI TASSI DI CRESCITA A SCADENZA SU BASE 1995 PER I QUATTRO INDICATORI STRATEGICI In esrema sinesi possiamo di seguio elencare i segueni dai: o Dall analisi della dinamica aggregaa possiamo sosenere che i differenziali di sviluppo siano deerminai da faori esogeni di naura errioriale, localizzaivi e da faori endogeni di naura economica e congiunurale. o Dall analisi delle variabilià spaziali si osserva che: il asso di crescia più elevao è quello degli invesimeni, circa doppio rispeo a quello della produzione che, a sua vola, è doppio rispeo a quello delle unià di lavoro; sebbene i differenziali a livello di area geografica non siano paricolarmene ampi per ui gli indicaori, emergono delle fori diversià a livello locale come spiegao dalla composizione delle singole varianze; i differenziali relaivi agli invesimeni sono impuabili a faori esogeni localizzaivi, menre la produzione ed il lavoro si differenziano erriorialmene per faori di caraere economico congiunurale. o Il comporameno della produivià è dominao dalla dinamica della produzione poiché la componene lavoro risula inere nel lungo periodo. Considerando inolre la vivacià degli invesimeni si può ipoizzare che i migliorameni in produivià siano spiegabili sia in ermini d incremeno della produzione sia in ermini di differenziali ecnologici e di coneso infrasruurale. o Y: discrea variabilià errioriale dei assi di crescia; L: bassa volailià localizzaa e risreo campo di variazione ne fanno un indicaore omogeneo ed inere; I: ala variabilià locale implica evideni differenziali nelle poliiche di invesimeni a scopi 17

18 produivi; Q: variabilià non roppo elevaa con evideni differenziali regionali che avvanaggiano le regioni del Sud per effeo convergenza del faore produzione in quano la dinamica del lavoro è inere Localizzazione Regionale: dove? Calcoliamo ora un indice sineico di sviluppo regionale uilizzando i quaro indicaori sraegici. Se indichiamo con γ Y il asso di crescia del valore aggiuno alla scadenza, possiamo disporre su un grafico radar i assi di crescia a scadenza dei quaro indicaori, come mosra la Figura 6. L'area del poligono che si deermina in base ai valori dei assi di crescia alla scadenza lo possiamo considerare come un indice di sviluppo sineico alla scadenza per la riparizione errioriale r 1 Y I I L L Q Q Y 1 D r, = ( γ r, γ r, + γ r, γ r, + γ r, γ r, + γ r, γ r, ) 2 Il calcolo può poi essere replicao a parire dalle serie dei assi di crescia degli indicaori a varia scadenza su base La Tabella 6 ripora i valori di queso indice sineico ed i rispeivi differenziali regionali valuai come scosameni percenuali rispeo al benchmark nazionale d r, = Dr, DITA, 1. Usando la formula dell'equazione 1 sul 2003 a livello nazionale oeniamo ad esempio un valore pari a D ITA, 2003 = 341, 67 in quano i assi di crescia degli indicaori su base 1995 VA I L Q sono pari ad γ 13, 30, γ 27, 39, γ 7, 59 e γ 5, 31. ITA, 2003 = ITA, 2003 = ITA, 2003 = ITA, 2003 = FIGURA 6. TASSI DI CRESCITA AL 2003 DEGLI INDICATORI STRATEGICI SU BASE I VALORI PER GLI INVESTIMENTI SONO RELATIVI AL 2002 La Figura 6 mosra graficamene quano sineizzao nei calcoli. Usando i assi di crescia degli indicaori sraegici al 2003 su base 1995 la regione con il più alo livello di sviluppo sono le Marche (549,58) con un differenziale pari al +60,85% rispeo al dao nazionale dell'indice di sviluppo (341,67). Al conrario, l'ulima regione nella graduaoria è la valle d'aosa (14,25) con un differenziale pari al -77,08%. Fra quesi due casi esremi si possono apprezzare quaro gruppi. Il primo gruppo è cosiuio dalle regioni ad elevao livello di sviluppo come le Marche (+60,85%), la Calabria (+50,90%), il Trenino (+40,02%) e la 18

19 Puglia (+37,18%). Il secondo gruppo è composo da regioni con un differenziale di sviluppo medio-basso rispeo alla media nazionale e si compone di regioni come la Campania (+16,84%), l'umbria (+15,97%), il Veneo (+10,46%), il Friuli (+10,16), l'emilia Romagna (+8,11%), la Sardegna (+8,06%) la Liguria (+6,49%) e la Lombardia (+4,98%). Sicilia (-3,73%), Abruzzo (-4,45%) e Toscana (-8,65%) compongono un insieme di regioni con un differenziale di sviluppo in difeo rispeo alla media nazionale. Infine Lazio (- 27,01%), Molise (-36,41%), Piemone (-56,78%), Basilicaa (-66,38%) e Valle d'aosa (- 77,08%) compongono il gruppo con un elevao differenziale negaivo di sviluppo rispeo alla media nazionale. TABELLA 6. INDICI REGIONALI DI SVILUPPO E RELATIVI DIFFERENZIALI A SCADENZA SU BASE 1995 Indici Sviluppo base 1995 Ind. Svil. Ind. Svil. Ind. Svil. Ind. Svil. Diff. Diff. Diff Diff Piemone 100,99 178,77 156,88 147,68-32,76% -33,24% -52,15% -56,78% Valle d'aosa -36,11-19,08 58,36 78,30-124,04% -107,12% -82,20% -77,08% Lombardia 117,34 272,48 350,70 358,68-21,87% 1,75% 6,96% 4,98% Trenino-Alo Adige 298,93 456,64 458,29 478,40 99,03% 70,52% 39,78% 40,02% Veneo 193,67 278,29 372,76 377,42 28,95% 3,92% 13,69% 10,46% Friuli-Venezia Giulia 123,22 255,42 330,16 376,40-17,96% -4,62% 0,70% 10,16% Liguria 198,99 346,41 319,53 363,84 32,49% 29,36% -2,54% 6,49% Emilia Romagna 188,21 251,68 363,45 369,36 25,32% -6,02% 10,85% 8,11% Toscana 134,51 212,98 297,02 312,12-10,44% -20,47% -9,41% -8,65% Umbria 200,25 349,04 398,71 396,23 33,33% 30,34% 21,61% 15,97% Marche 311,15 426,51 505,81 549,58 107,17% 59,27% 54,28% 60,85% Lazio 105,56 174,56 229,76 249,37-29,72% -34,81% -29,92% -27,01% Abruzzo 172,28 287,59 313,45 326,82 14,71% 7,39% -4,40% -4,35% Molise 203,21 527,44 227,42 217,25 35,30% 96,96% -30,64% -36,41% Campania 132,25 242,26 380,40 399,22-11,94% -9,53% 16,02% 16,84% Puglia 317,83 446,53 523,30 468,70 111,62% 66,75% 59,61% 37,18% Basilicaa 124,25 157,03 140,32 114,85-17,27% -41,36% -57,20% -66,38% Calabria 152,51 233,11 460,20 515,59 1,54% -12,95% 40,36% 50,90% Sicilia 72,09 320,56 263,89 328,94-52,00% 19,70% -19,51% -3,73% Sardegna 141,74 341,72 352,41 369,22-5,63% 27,61% 7,49% 8,06% ITALIA 150,19 267,79 327,86 341,67 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Ialia nord-occidenale 116,13 246,94 281,96 287,06-22,68% -7,79% -14,00% -15,98% Ialia nord-orienale 194,26 283,46 372,81 383,70 29,34% 5,85% 13,71% 12,30% Ialia cenrale 143,27 225,89 298,47 319,86-4,61% -15,65% -8,97% -6,38% Mezzogiorno 160,59 310,79 367,58 388,92 6,92% 16,06% 12,11% 13,83% Come si vede, la componene errioriale è presene ma non è essenziale in quano le regioni del nord si mischiano a quelle del sud nei diversi gruppi. Queso fenomeno era sao ipoizzao osservando la maggiore incidenza della componene wihin rispeo a quella beween nella composizione della varianza degli indicaori riporaa nella Tabella 5. 19

20 FIGURA 7. DIFFERENZIALI SINTETICI DI SVILUPPO REGIONALI AL 2000 SU BASE FIGURA 8. DIFFERENZIALI SINTETICI DI SVILUPPO REGIONALI AL 2001 SU BASE Il 2001 (Figura 8) è invece un anno in cui le disanze si ridimensionano pur rimanendo non di rado apprezzabili ma rimangono alcuni elemeni già idenificai nel Nelle fasce ale dell'indice di sviluppo roviamo ancora Trenino, Marche e Puglia con la novià del Molise che ora occupa la prima posizione di massimo livello di sviluppo. Regioni come Liguria, Abruzzo, Veneo si confermano invece regioni su buoni livelli posiivi menre ad esempio la Calabria ha una cadua insieme all'emilia Romagna. Le resani regioni confermano la performance negaiva oenua già nel Nel 2001, salvo alcune ransizioni da una condizione ad un'alra poremmo dire che c'è una cera sabilià nel comporameno delle regioni in ermini di differenziali di sviluppo. 20

21 FIGURA 9. DIFFERENZIALI SINTETICI DI SVILUPPO REGIONALI AL 2002 SU BASE FIGURA 10. DIFFERENZIALI SINTETICI DI SVILUPPO REGIONALI AL 2003 SU BASE La Figura 10 mosra una leura dei dai relaiva allo sviluppo in ermini di assi di crescia al 2003 su base 1995 ma i dai della Tabella 6 consenono di fare medesime elaborazioni per gli alri anni, di cui di seguio riporiamo le graduaorie grafiche. Guardando alla composizione delle graduaorie è giusificao porsi almeno l'inerrogaivo rispeo al così deo fenomeno della convergenza. 21

22 FIGURA 11. DINAMICA DEI DIFFERENZIALI DI SVILUPPO La Figura 11 mosra infine come sono cambiai i differenziali delle macro aree in quaro anni rispeo alla condizione iniziale del Come si vede Nord Es e Mezzogiorno hanno manenuo complessivamene sempre un differenziale posiivo sebbene nel empo si sia man mano ridimensionao. Al conrario il Nord Oves ed il Cenro hanno sempre manenuo un differenziale negaivo rispeo al livello nazionale. In paricolare è possibile verificare come la pessima performance del Nord Oves sia da impuarsi quasi ineramene al Piemone la cui endenza è ad aumenare -in peggio- il divario. La responsabilià del Piemone è quella più gravosa in quano la Valle d'aosa ha un peso molo piccolo a confrono con le alre regioni e poi Liguria e Lombardia hanno al conrario differenziali posiivi di sviluppo Specificazione Seoriale: come? In quesa sezione analizzeremo la dinamica degli indicaori sraegici (Y, I, L, Q) nelle regioni con una loro declinazione seoriale (Agricolura, Indusria in Senso Sreo, Cosruzioni, Terziario Privao, Terziario Pubblico) per capire non solo dove ma anche come sono avvenui i muameni di lungo periodo. Osservando i dai della Tabella 7 possiamo avere un idea complessiva della dinamica degli indicaori di sviluppo fondamenali a livello nazionale nei macro seori di aivià economica. Valore Aggiuno. Il asso di crescia di un economia si può misurare in base al asso di crescia del valore aggiuno che in Ialia dal 1995 al 2003 è cresciuo del 13,3%, il che corrisponde ad un asso medio annuo del +1,57%. Queso dao medio è superao dal seore Cosruzioni (15,5%) e dal Terziario Privao (20%) menre il Terziario Pubblico (10,8%) e l Indusria in Senso Sreo (3,99%) sono cresciue meno della media nazionale, infine l Agricolura è l unico seore che ha fao regisrare una conrazione (-2,9%). Sempre in riferimeno al valore aggiuno possiamo anche vedere in che modo i diversi seori abbiamo conribuio al +13,30% nazionale e subio risala il dao del Terziario Privao che ha conribuio per olre il 72% della crescia nazionale. La erziarizzazione, sia pubblica sia privaa, ha guidao la crescia nazionale con un peso specifico di olre l 87%. 22

23 L Indusria ha conribuio in misura neamene inferiore (7,38%) ed ancor meno hanno conribuio le Cosruzioni (5,97%) menre l Agricolura ha eserciao un freno senza alcun effeo (-0,7%). TABELLA 7. TASSI DI CRESCITA DI LUNGO PERIODO DEGLI INDICATORI STRATEGICI NEI SETTORI E LORO CONTRIBUTO RELATIVO ALLA CRESCITA A LIVELLO NAZIONALE. ANNO BASE 1995, FINE PERIODO 2003 ECCETTO INVESTIMENTI AL 2002 Y I L Q Tasso di Crescia Conribuo Relaivo Tasso di Crescia Conribuo Relaivo Tasso di Crescia Conribuo Relaivo Tasso di Crescia Agricolura -2,87% -0,70% 19,06% 3,19% -21,63% -20,52% 23,9% Indusria S. Sr. 3,93% 7,38% 17,66% 17,65% -0,07% -0,21% 4,0% Cosruzioni 15,53% 5,97% 89,92% 7,39% 14,81% 13,07% 0,6% Terziario Privao 20,03% 72,09% 24,17% 46,80% 18,48% 89,81% 1,3% Terziario Pubblico 10,79% 15,26% 53,60% 24,97% 5,22% 17,85% 5,3% Toale 13,30% 27,39% 7,59% 5,3% Invesimeni. Gli Invesimeni (fissi lordi per branca propriearia) a scopi produivi hanno fao regisrare un asso di crescia di periodo circa doppio (27,39%) rispeo a quello della ricchezza espressa dal valore aggiuno (13,3%). Il asso medio annuo di crescia della ricchezza è sao del +1,57% menre quello degli invesimeni l ha raddoppiao con un +3,07%, riroviamo quindi una bassa crescia ma con fori invesimeni. Queso non è l unico fenomeno conroinuiivo che ha caraerizzao il modello di sviluppo nazionale. Noiamo infai come le Cosruzioni (89,92%) siano sae il seore che ha fao segnare il maggior asso di crescia di seore ma, ad una dinamica così viruosa, non ha fao corrispondere un adeguao conribuo all incremeno nazionale degli invesimeni (7,39%). A guadagnarsi la medaglia di seore rainane nel processo di crescia e sviluppo è sao il Terziario Privao che ha conribuio per quasi meà (46,8%) della crescia nazionale degli invesimeni, sebbene abbia manifesao una crescia di seore del 24,17%, pari alla meà del Terziario Pubblico (53,6%) che però ha conribuio all incremeno nazionale degli invesimeni per quasi il 25%. Cioè, possiamo dire che il Terziario Privao ha sosenuo principalmene la crescia degli Invesimeni (46,8%), come già ha fao per la ricchezza (72%), manenendo un asso di crescia seoriale dignioso (24% cioè 2,7% in media all anno) menre il Terziario Pubblico ha principalmene privilegiao la dinamica seoriale (53,6% cioè +5,5% in media all anno) conribuendo all accumulazione nazionale di capiale per il 24,97%. In sosanza, le due forme del erziario, sebbene con logiche seoriali conrappose, sono sae le componeni più imporani nell accumulazione del capiale a scopi produivi. L indusria invece non ha fao oro a nessuno conribuendo all accumulazione nazionale di capiale con un inensià pari al suo asso di crescia seoriale di periodo (17,6% circa in enrambi i casi). La erziarizzazione è saa un fenomeno essenziale non solo nella crescia economica dal puno di visa della ricchezza ma anche per quel che riguarda l accumulazione di capiale. Il seore primario invece ha solo marginalmene conribuio a queso processo privilegiando la crescia del valore aggiuno (19%). Unià di Lavoro. Quano al lavoro, misurao in unia di lavoro, i seori radizionali (agricolo ed indusriale) hanno segnao una crescia negaiva del uo commensurabile sia in ermini di crescia seoriale sia in ermini di conribuo alla crescia nazionale. Tuavia bisogna disinguere che, daa l inensià della recessione (-20% circa in enrambi i casi), per il seore primario si può più propriamene raare di un vero e proprio arreso sruurale menre nel caso del seore 23

24 indusriale dobbiamo più propriamene parlare di una flessione, per alro più che compensaa dalle cosruzioni e dal erziario in genere. Anche in merio al lavoro però non mancano delle differenziazioni più soili, ad esempio possiamo ipoizzare che l incremeno del +7,59% del faore lavoro nel processo produivo sia da impuarsi esclusivamene al Terziario Privao, confermando anche in queso caso l imporanza della erziarizzazione. Produivià. Se le dinamiche seoriali di lungo periodo sembrano essere fra loro conrappose, del uo conroinuiiva è quella della produivià che premia l Agricolura (+23,9%) e il Terziario Pubblico (+5,3%) qus ulimo aesaosi sui livelli nazionali e seguio da Indusria (+4%) e Terziario Pubblico (+1,3%) menre le Cosruzioni sono pressoché ineri. La buona performance dell Agricolura in merio all incremeno della produivià per un faore circa cinque vole superiore al dao medio nazionale è deerminao da un decremeno fao regisrare della componene lavoro, see vole maggiore del decremeno di valore aggiuno. Quindi, in realà, l aumeno della produivià di queso seore è principalmene funzione di una poliica del lavoro che ha ridoo l impiego di queso faore della produzione, infai la crescia della produzione è saa negaiva ma meno negaiva del decremeno di L. Guardando agli alri seori, in generale, l aumeno della produivià è dovuo ad una crescia della produzione più che proporzionale alla crescia delle unià di lavoro, che ricordiamo essere praicamene ineri. Perano, quella del seore Indusria, che pare essere una crescia mediocre della produivià, è di fao robusa perché a seguio di una sosanziale invarianza del lavoro (-0,07%) ha fao regisrare un incremeno effeivo della produzione (+3,93%). Il Terziario Pubblico si è dimosrao paricolarmene viruoso perché non ha rallenao la crescia del lavoro (5,22%) e, conemporaneamene, ha fao crescere ad un asso doppio la produzione (10,79%). Cosruzioni e Terziario Privao hanno invece conosciuo una fase di equilibrio delle due forze in gioco (produzione e lavoro): i assi di crescia del lavoro e della produzione si sono uguagliai con segno posiivo lasciando un margine superiore alla crescia in produivià al Terziario Privao (1,3%), doppia rispeo alle Cosruzioni (0,6%). In sinesi, se diamo un segno posiivo ai seori che hanno avuo una crescia superiore a quella media nazionale nei diversi indicaori, ed un segno negaivo a quelli che hanno avuo una dinamica peggiore possiamo derivare lo schema della Tabella 8. TABELLA 8. SINTESI DEGLI INDICATORI DI SVILUPPO A LIVELLO AGGREGATO NEI SETTORI. LEGENDA: (+) CRESCIUTO PIÙ DELLA MEDIA, (-) CRESCIUTO MENO DELLA MEDIA, (=) CRESCIUTO MA PROSSIMO ALLO ZERO, ( ) CRESCIUTO MA PROSSIMO ALLA MEDIA, (-) DIMINUITO MENO DELLA MEDIA, (+) DIMINUITO PIÙ DELLA MEDIA, (=) DIMINUITO MA PROSSIMO ALLO ZERO, ( ) DIMINUITO MA PROSSIMO ALLA MEDIA AGR INDSS COS TERPR TERPU Y (-) (+) (+) (-) I (-) (-) (+) (-) (+) L (=) (+) (+) (-) Q (+) (-) (=) (-) ( ) Modello Indusriale Risruurazione Inensivo Capial Oriened Inegrale Inegrale Labor Oriened Inegrale Capial Oriened Possiamo quindi noare come Agricolura ed Indusria abbiano una performance deludene, con assi di crescia al di soo delle aspeaive medie nazionali per ui gli indicaori 1. Possiamo pensare che il seore primario sia araversando una fase di risruurazione, 1 Si noi che la produivià dell Agricolura ha una performance posiiva ma dalla naura conrasaa, l incremeno in produivià, a frone di un calo della produzione e del lavoro, è dovuo ad un decremeno del lavoro più fore di quello della produzione. 24

25 ormai da lungo empo. Il seore indusriale ha un modello inensivo perché la crescia della produzione, sebbene soo le aspeaive medie, si accompagna con una sosanziale invarianza del faore lavoro con un incremeno degli invesimeni, anch essi soo il livello medio. Le cosruzioni mosrano un modello inegrale perchè molo viruoso in quano ui gli indicaori sraegici hanno fao regisrare assi di crescia posiivi, olre le aspeaive nazionali, sebbene la produivià sia quasi rimasa inere. Il erziario invece ha una specificazione diversa a seconda che si rai della componene privaa o pubblica. Il erziario privao manifesa un modello inegrale perché ui gli indicaori fanno regisrare assi di crescia posiivi ma la produivià cresce meno del dao nazionale per via del fao che la componene lavoro cresce in modo più che proporzionale alla produzione. Ciò si accompagna poi con un crescia degli invesimeni (accumulazione del capiale) posiiva soo il dao medio: quesa formula consene di definire quello del erziario privao un modello indusriale inegrale labor oriened. Il erziario pubblico invece vede una crescia della produivià praicamene in linea con il dao nazionale menre la produzione e le unià di lavoro crescono ad un asso inferiore a quello medio. Ciò avviene però con una crescia posiiva e olre la media per quel che concerne gli invesimeni: quesa formula permee di dire che il erziario pubblico segue un modello indusriale inegrale capial oriened. In conclusione, la specificazione seoriale del panorama indusriale risula piuoso diversificaa e complessa. Per meglio comprenderne i rai essenziali di quesa complessià procediamo con un analisi della dinamica, seore per seore, elaborando un confrono crosssecion. Successivamene sudieremo la relazione che sussise ra la crescia specifica di seore ed il conribuo alla crescia nazionale, delineando in queso processo i differenziali regionali che conseniranno di individuare i faori deerminani e rainani dello sviluppo nazionale Le Dinamiche Cross-Secion dei Seori Agricolura. Delle veni regioni ialiane solo see mosrano un asso di crescia posiivo del valore aggiuno per il seore agricolo, sinomo di un grave sao di sofferenza di queso seore, anche considerando che il peso di quese regioni sul oale nazionale è cresciuo di quaro puni percenuali in oo anni, aesandosi ora al 36%. Solo il NW come aggregao segna un imido +2,33% ra il 1995 ed il 2003 che, radoo in ermini annuali, significa una crescia del +0,29% in media all anno. Per conro il Cenro è la parizione che ha la peggiore siuazione perché ue le regioni che lo compongono hanno regisrao assi di crescia inferiori alla media del seore. La crescia maggiore si è avua in Valle d Aosa (+21,73%) seguia da Calabria (+14,11%), Lombardia (+13,05%) e Trenino (+11,61%) quali uniche regioni che reggano il confrono. La crescia della Valle d Aosa però è ale da fare in modo che il NW sia la parizione con crescia maggiore menre la Calabria non è in grado di rialzare il valore del Sud che si aesa su livelli nazionali. 25

26 FIGURA 12. DINAMICA DEI TASSI DI CRESCITA DI LUNGO PERIODO (SCALA DI SINISTRA: VARIAZIONI PERCENTUALI) E MEDI ANNI (SCALA DI DESTRA: TMAC) DEL VA IN AGRICOLTURA Valore Aggiuno 30,00% 20,00% 10,00% 0,00% -10,00% -20,00% -30,00% 3,00% 2,00% 1,00% 0,00% -1,00% -2,00% -3,00% Var. % TMAC FIGURA 13. TASSI DI CRESCITA DEGLI INDICATORI DI SVILUPPO NELLE REGIONI PER IL SETTORE AGRICOLTURA. BASE 1995, SCADENZA 2003, INVESTIMENTI SCADENZA % 80% 60% 40% 20% 0% -20% -40% -60% Var(VA) Var(I) Var(L) Var(Q) FIGURA 14. TASSI DI CRESCITA MEDI ANNUI DEGLI INDICATORI DI SVILUPPO NELLE REGIONI PER IL SETTORE AGRICOLTURA. BASE 1995, SCADENZA 2003, INVESTIMENTI SCADENZA % 8% 6% 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8% -10% TMAC(VA) TMAC(I) TMAC(L) TMAC(Q) La Figura 13 mosra la dinamica dei assi di crescia degli indicaori di sviluppo nelle regioni ordinae per asso di crescia del valore aggiuno in modo crescene in Agricolura. Da queso grafico si evince che, per queso seore, non c è coerenza dei assi per quesi indicaori di sviluppo: una siuazione così enropica è indice del fao che l Agricolura segue percorsi di sviluppo locali differenziai quano a logiche di invesimeno ed impiego di lavoro e queso, quasi nauralmene, è conseguenza di una variabile esogena come il erriorio. Un aspeo di coerenza lo si 26

27 rova nel comporameno anieico delle unià di lavoro (L) rispeo alla produivià (Q). Le regioni che hanno un asso di crescia della produzione posiivo hanno anche assi posiivi di crescia della produivià ma, per converso, si sposano con assi negaivi per le unià di lavoro, rao comune in ue le regioni. In sosanza, si conferma l ipoesi preoccupane secondo cui il seore agricolo a livello nazionale possa aumenare la produivià solo con uno sfruameno inensivo del faore lavoro riducendone la quanià impiegaa nei processi produivi, il uo in assenza di una poliica omogenea d invesimeno a livello nazionale, come dimosra chiaramene la disribuzione alamene diversificaa dei assi di crescia fra le regioni ialiane. Indusria in Senso Sreo. Per quel che riguarda l Indusria in Senso Sreo possiamo anziuo noare un evidenza empirica che smenisce alcune ipoesi di senso comune: l unica regione ad avere un asso di crescia negaivo nel lungo periodo è il Piemone menre la Lombardia è la regione con il più piccolo ma posiivo asso di crescia. Come a dire che il vecchio riangolo indusriale ha smussao i verici, infai, solo la Liguria fra i re può vanare un asso di crescia superiore a quello medio di seore. In paricolare vediamo che il Nord (sia Es sia Oves) ha una performance al di soo del valore medio nazionale lasciando il Cenro e soprauo il Sud a fare da raino. Poiché quese regioni avevano un asso di indusrializzazione più basso negli anni precedeni è facile supporre che la loro crescia sia saa più faciliaa menre le regioni del Nord avevano già un livello d indusrializzazione elevao al puno che si possono realizzare ben pochi margini di crescia. Il uo è poi da vedersi in un ambiene congiunurale in cui il erziario ha progressivamene sorao quoe di mercao all indusria, imponendo il suo peso anche nel ripensare i processi organizzaivi e produivi: si pensi all ICT, agli inangibile asses, al faciliy managemen ed all e-commerce. Enro gli schemi dell Indusria in Senso Sreo, uo queso suggerisce un ipoesi di convergenza menre la crescia negaiva del Piemone, accompagnaa dalla non brillane performance della Lombardia, ne cosiuisce quasi una direa conseguenza. FIGURA 15. DINAMICA DEI TASSI DI CRESCITA DI LUNGO PERIODO (SCALA SINISTRA: VARIAZIONI PERCENTUALI) E MEDI ANNI (SCALA DESTRA: TMAC) DEL VA IN INDUSTRIA IN SENSO STRETTO Valore Aggiuno 25% 20% 15% 10% 5% 0% -5% -10% 3% 2% 2% 1% 1% 0% -1% -1% -2% Var. % TMAC 27

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