La meccanica quantistica come modello matematico.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La meccanica quantistica come modello matematico."

Transcript

1 La meccanica qantistica come modello matematico. (Da I fondamenti concettali della meccanica qantistica di Abner Shimony, La nova Fisica a cra di Pal Davis Bollati Boringhieri ). A) La conoscena dello stato di n sistema ci deve permettere di prevedere i risltati di qalnqe misra appropriata che si possa fare s di esso. B) Spponiamo che lo stato sia dipendente dal tempo, cioè contenga le proprietà casali del sistema (evolione deterministica). Nel caso di n sistema dinamico formato da na particella che si move soggetta a na fora che dipende dalla posiione lo stato pò essere descritto mediante no spaio di dimensione 6 (,y,,p,p y,p ) in qanto la sola posiione non è sfficiente a determinare la casalità del sistema stesso. La proprietà A) è soddisfatta definendo osservabili appropriate, qali, ad esempio, il momento angolare f(,p)= p. In generale gli stati di n sistema di N particelle sono rappresentati in spai di dimensione 6N. In meccanica qantistica manca n legame intitivo tra la matematica e la fisica. La natra astratta della matematica tiliata si basa proprio sll aspetto più fondamentale della meccanica qantistica: non è possibile prevedere i risltati esatti delle misre fatte s n sistema, ma solo le probabilità di ottenere certi valori. La novità della meccanica qantistica consiste nel fatto che la conoscena del sistema è intrinsecamente probabilistica, nel senso che non pò essere migliorata raccogliendo lteriori informaioni sl so comportamento. In meccanica qantistica assegnare no stato permette di calcolare solo le probabilità dei risltati delle misre, non i risltati medesimi e sono qeste probabilità che evolvono in maniera casale. Gli STATI di n sistema qantistico si possono rappresentare come elementi di no SPAZIO VETTORIALE, in modo tale che a ogni possibile risltato di na misra di n osservabile corrisponda n certo vettore del medesimo spaio, e che la probabilità di trovare qel particolare risltato, se il sistema si trova in no stato rappresentato da n vettore diverso, sia il qadrato del coseno dell angolo compreso tra i de vettori. Fondamenti concettali della meccanica qantistica. Innovaioni radicali introdotte nel modo di ragionare qantistico: indeterminaione oggettiva, casalità oggettiva, probabilità oggettiva, potenialità, mescolamento di stati e non località. Innovaioni concettali della meccanica qantistica. I concetti di indeterminaione, caso, probabilità e mescolamento. In relaione a n sistema, chiamiamo ALTERNATIVA na grandea che pò assmere i valori Vero o Falso. Secondo la fisica classica, la specificaione di no STATO del sistema determina la verità o la falsità di ttte le se alternative. In Meccanica qantistica, nella determinaione più completa di n sistema (lo STATO) permangono alternative per ci non si pò affermare né che siano VERE, né che siano FALSE. Si parla allora di INDETERMINAZIONE OGGETTIVA. Se pensiamo a n qalche procedimento ( di misra o altro) che permetta di seleionare n particolare valore di n alternativa a indeterminata in no stato S, il valore ottento non è determinato né da S, né dagli STATI degli altri sistemi che entrano nel processo. Si tratta di CASUALITÀ OGGETTIVA che dipende, a sa volta, dalla indeterminaione oggettiva ed è, pertanto, na proprietà tipicamente qantistica. In tal caso possiamo associare al valore seleionato na PROBABILITÀ OGGETTIVA, così definita, perché dipende solo dallo stato S e dall alternativa a. Segendo Heisenberg potremmo definire poteniale n alternativa indeterminata in n stato S. Una procedra che determina n particolare valore di a si dice che realia na potenialità. In fisica classica lo stato di n sistema composto +2 a n istante t è completamente determinato dagli stati di e 2 separatamente, prché ciascno dei de contenga sfficienti informaioni relativamente all altro. Se i de sistemi interagiscono, l evolione dell no dipende dall evolione dell altro, ma in ogni istante gli stati di e 2 possono essere caratteriati indipendentemente. In meccanica qantistica, invece, il sistema +2 pò trovarsi, a n certo istante, in no stato mescolato, nel senso che nessno dei de si trova in no stato definito, ma lo stato composto sì. In no stato mescolato le potenialità di e 2 sono così intrecciate che esistono coppie di alternative, a per il sistema e a 2 per il sistema 2, che sono entrambe indeterminate e tali che, qando vengono realiate mediante opportne procedre risltano essere entrambe vere o entrambe false. Alcni preliminari matematici. Diamo per scontata la conoscena delle fondamentali proprietà di n spaio vettoriale V Consideriamo ttti i vettori applicati in O: segmenti orientati ( s.o.) che hanno come primo estremo n fissato pnto O e come secondo estremo n qalsiasi pnto P dello spaio. La somma ( o la differena ) tra de di qesti vettori o il prodotto di n vettore per no scalare è ancora n vettore dello stesso tipo.

2 v +v - w w- O k Sappiamo tiliare qeste operaioni con le relative proprietà. Abbiamo n modello intitivo di spaio vettoriale V. La lnghea di n vettore si indica con. Dati de vettori, e v, indichiamo con P v il vettore proieione ortogonale di v s. v P v Possiamo pensare alla dimensione dello spaio vettoriale come al massimo nmero di vettori tra loro ortogonali. In no spaio di dimensione tre, per esempio, possiamo trovare al massimo tre vettori tra loro ortogonali. 3 P 3 v v 2 Ttti i vettori della forma =k +h 2, con k e h in R (in C), formano n sottospaio di dimensione 2 che chiamiamo E, per ci i vettori possono essere individati come proieione ortogonale di v s E, = P E v, mentre i vettori del tipo P 3 v possono essere indicati con il simbolo P E v, in qanto tali vettori appartengono al sottospaio E di V 3 ortogonale a E. Per ogni vettore v di V 3 si pò, qindi, scrivere (*) v= P E v + P E v. Le consideraioni precedenti si possono estendere facilmente a no spaio vettoriale V n, di dimensione n, nel senso che, per qalnqe sottospaio E, è possibile determinare il sottospaio ortogonale E in maniera tale che valga (*). Osservaione: per poter tiliare gli spai vettoriali nella meccanica qantistica è necessario considerare nmeri complessi invece che reali e dimensione infinita (oltre che finita). 2

3 Se consideriamo v=av +bv 2, si pò constatare che P E v=p E (av +bv 2 )=ap E (v )+bp E (v 2 ). Qesto è n esempio di operatore lineare definito in no spaio vettoriale. Definiamo n altro concetto importante per la meccanica qantistica : lo spaio vettoriale ottento come PRODOTTO TENSORIALE a partire da de spai vettoriali. Lo facciamo con n esempio. Consideriamo U(, 2 ) e V(v,v 2,v 3 ), de spai vettoriali di dimensione 2 e 3, rispettivamente, di ci i vettori entro parentesi, di norma nitaria e ortogonali tra loro, rappresentano le basi. Indichiamo con U V lo spaio prodotto tensoriale, di dimensione 2*3=6 e avente come base i vettori v, v 2, v 3, 2 v, 2 v 2, 2 v 3 di norma nitaria e ortogonali tra loro. Per fissare le idee, si pò pensare che il vettore 2 v 3, per esempio, di coordinate (0,0,0,0,0,) si ottiene da 2 (0,) e v 3 (0,0,) moltiplicando ciascna delle coordinate di 2 per ciascna delle coordinate di v 3. I vettori ψ = i = n j= m i= j= c ij v, al variare di c ij in C (o in R) sono gli elementi dello spaio vettoriale ottento come i j prodotto tensoriale degli spai U e V. Si pò osservare che, in generale, non è possibile esprimere n qalsiasi tensore ψ nella forma ψ= v, con U, v V. Infatti, se così fosse, da =c +c 2 2 e v=d v +d 2 v 2 +d 3 v 3 si avrebbe ψ = c d v + c d 2 v 2 +c d 3 v 3 +c 2 d 2 v +c 2 d 2 2 v 2 +c 2 d 3 2 v 3 e ψ = c v + c 2 v 2 +c 3 v 3 +c 2 2 v +c 22 2 v 2 +c 23 2 v 3. c d c c = d c c d 2 c 2 d 2 c 2 c d 3 c 3 d 3 c 3 c 2 d c 2 c 2 c 2 /c c 2 d 2 c 22 c 2 d 2 c 22 c 22 = (c 2 /c )* c 2 c 2 d 3 c 23 c 2 d 3 c 23 c 23 = (c 2 /c )* c 3 Ora, spponendo noti i coefficienti c ij, assegnando n valore arbitrario a c risltano determinati, dalle prime tre relaioni di gagliana dei coefficienti, d,d 2 e d 3. Ma allora la qarta, ad esempio, mi permette di determinare c 2. A qesto pnto sarebbero determinati c 22 e c 23, contro l ipotesi che ψ sia n tensore qalnqe del prodotto tensoriale. Ennciamo ora i principi formali della meccanica qantistica. Principio. A ogni sistema fisico è associato no spaio vettoriale complesso V in maniera tale che ogni vettore di lnghea (norma) nitaria rappresenti no stato del sistema. Principio 2. Esiste na corrispondena binivoca tra l insieme delle alternative presenti nel sistema e l insieme dei sottospai che lo descrive, nel senso che ogni vettore rappresentante di no stato in ci l alternativa a è vera appartiene all insieme E che determina il sottospaio. Viceversa, ogni vettore rappresentante di no stato in ci l alternativa a è falsa appartiene all insieme E. Commento: il P2 non significa che, dato no stato S del sistema, ogni alternativa debba essere necessariamente vera o falsa, perché, evidentemente, n vettore rappresentante di S pò non appartenere né a E, né a E. Principio 3. Se il sistema si trova iniialmente in no stato S e viene esegita na procedra per determinare n alternativa a corrispondente al sottospaio E, la probabilità che tale alternativa rislti vera è data da probs(a)= P E v 2 Dove v è n vettore nitario che rappresenta S. Nei tre principi esposti è implicito il famoso principio di sovrapposiione che pò essere dedotto alla maniera segente: siano e 2 de versori ortogonali con E e 2 E,. Esiste n alternativa a che è vera nello stato rappresentato da e falsa nello stato rappresentato da 2. Consideriamo ora il vettore =c +c 2 2, con c e c 2 0, c 2 +c 2 2 =, otteniamo no stato in ci l alternativa a non è né vera né falsa, ma indeterminata. 3

4 Principio 4. Si considerino de sistemi fisici associati agli spai vettoriali V e V2, allora il sistema +2, composto dei sistemi dati, è associato al prodotto tensoriale V V2. Consideriamo,v V e 2, v 2 V2, con ortogonale a v e 2 ortogonale v 2. Il vettore (tensore) ψ = ( 2 + v v 2 )/ 2 rappresenta no stato di +2, ma non esistono de vettori w e, rispettivamente di V e V2, tali che ψ = w. In altre parole, per la definiione di ψ si applica il principio di sovrapposiione agli stati 2 e v v 2, ciascno dei qali ha significato anche per il senso comne, per generare no stato che non è interpretabile secondo il senso comne: no stato mescolato. Relaione tra mescolamento e indeterminaione oggettiva: se l alternativa a è vera nello stato ( qindi falsa nello stato v ) e se a 2 è vera nello stato 2 (qindi falsa in v 2 ), a e a 2 hanno probabilità ½ di essere entrambe vere o entrambe false nello stato mescolato ψ e probabilità nlla di essere na vera e l altra falsa. Se i sistemi e 2 sono ben separati nello spaio, il mescolamento dà logo a na sorta di non località e la realiaione correlata delle potenialità di e 2 appare come n processo non locale. Principio 5. Se nell intervallo compreso tra gli istanti 0 e t il sistema è immerso in n ambiente non reattivo, esiste n operatore lineare U(t) tale che, se v rappresenta lo stato del sistema all istante 0, allora U(t)v rappresenta lo stato all istante t. Inoltre U(t) conserva le lnghee, cioè U(t)v = v per ogni vettore v di V. Osservaione: il principio 5 non pò essere tiliato per segire l evolione temporale di n sistema mentre qesto è sottoposto a misra, perché l ambiente, in qesto caso, deve essere reattivo, nel senso che na parte di esso deve reagire in n modo se n alternativa è vera, in modo diverso se è falsa. Pò accadere, tttavia, che il sistema e l apparato di misra possano essere considerati come n nico sistema composto, il ci ambiente pò essere considerato non reattivo. Un esempio: i fotoni polariati linearmente. La lce polariata linearmente, incidente s no strato di polaroid in direione perpendicolare a esso, pò essere considerata come n fascio di fotoni non correlati tra loro. Se la direione di propagaione di n fotone coincide con l asse, la direione della sa polariaione lineare giace sl piano -y. Lo spaio vettoriale V pol associato al sistema ha dimensione 2. Ogni stato pò essere rappresentato come combinaione lineare di e y, risp. versori degli assi e y, oppre di de altri versori ortogonali e y, ottenti rotando gli assi e y di n angolo ϑ. Sia E il sottospaio di V pol costitito da ttti i vettori proporionali a. L alternativa a è vera qando il fotone è polariato linearmente lngo l asse. Analogamente per le altre alternative. I init I init cos 2 È ragionevole spporre che, qando n fotone incide s no strato di polaroid con asse ottico secondo la direione, si sia realiata l alternativa a. In base al principio 3, la probabilità che a sia vera è data dal qadrato della proieione di s, cioè cos 2 ϑ che coincide con la freqena di passaggio di n fotone attraverso il polaroid. Possiamo anche affermare che lo stato di polariaione di ttti i fotoni che attraversano lo strato è dato dal versore I init. I init cos 2. I init cos 2. 4

5 Se n raggio, iniialmente polariato secondo l asse e con intensità I init, è fatto incidere in sccessione s de strati polaroid con assi ottici e y tra loro ortogonali, nessn fotone riesce ad attraversarli entrambi. y I init I init I=0 Qesto fatto è previsto dalla meccanica qantistica perché i fotoni, dopo essere sciti dal primo strato, si trovano nello stato, per ci la probabilità di passare attraverso il secondo strato è data da P Ey 2 = 0. y I init I init cos 2 sin 2 Se inseriamo n novo strato con asse ottico nella direione, l intensità del fascio emergente dalla sccessione dei tre strati di polaroid non è più ero, ma I fin =I init cos 2 ϑsin 2 ϑ, relaione che pò essere verificata sperimentalmente facendo variare l angolo ϑ. La coppia di polariatori incrociati, iniialmente opaca, è resa parialmente trasparente mediante l inserimento di no strato intermedio, anche se, ragionando in base al senso comne, sembrerebbe che il novo strato dovesse costitire n novo ostacolo alla propagaione dei fotoni. Se si tilia la meccanica qantistica, i fotoni che escono dal primo strato si trovano nello stato e la probabilità che regola il loro passaggio intermedio è data da P E 2 = cosϑ 2 = cos 2 ϑ ma ogni fotone che emerge dallo strato intermedio è nello stato, dnqe la probabilità di n so passaggio attraverso l ltimo strato è P Ey 2 = cos(π/2-ϑ) 2 = sin 2 ϑ La probabilità di passaggio attraverso la sccessione di tre strati è data allora da cos 2 ϑ sin 2 ϑ In accordo con l intensità I fin trovata sperimentalmente. 5

Vettori. Un vettore il cui modulo è uguale a zero è detto vettore nullo ed è notato 0 G. vettori pag. 1

Vettori. Un vettore il cui modulo è uguale a zero è detto vettore nullo ed è notato 0 G. vettori pag. 1 Vettori La noione di ettore, cioè di segmento orientato di retta, che pò rappresentare la grandea e la direione di na fora, di na elocità o di n acceleraione, entrò nella matematica discretamente. Aristotele

Dettagli

Corso di Chimica-Fisica A.A. 2008/09. Prof. Zanrè Roberto Oggetto: corso chimica-fisica. Esercizi: i Vettori

Corso di Chimica-Fisica A.A. 2008/09. Prof. Zanrè Roberto   Oggetto: corso chimica-fisica. Esercizi: i Vettori Corso di Chimica-Fisica A.A. 2008/09 Prof. Zanrè Roberto E-mail: roberto.anre@gmail.com ggetto: corso chimica-fisica Esercii: i Vettori Appnti di leione Indice Somma di vettori 2 Differena di vettori 3

Dettagli

GRAFICI DI RETTE. Calcolando i valori delle coordinate è possibile trovare i punti e disegnare il grafico di una qualsiasi relazione come y = 2x 5.

GRAFICI DI RETTE. Calcolando i valori delle coordinate è possibile trovare i punti e disegnare il grafico di una qualsiasi relazione come y = 2x 5. GRAFICI DI RETTE Calcolando i valori delle coordinate è possibile trovare i pnti e disegnare il grafico di na qalsiasi relazione come = 2 5. ESEMPIO 1 - a. Completa le segenti coppie di coordinate relative

Dettagli

DEFINIZIONE Un vettore (libero) è un ente geometrico rappresentato da un segmento orientato caratterizzato da tre parametri:

DEFINIZIONE Un vettore (libero) è un ente geometrico rappresentato da un segmento orientato caratterizzato da tre parametri: DEFINIZIONE Un vettore (libero) è un ente geometrico rappresentato da un segmento orientato caratterizzato da tre parametri: 1. modulo: la lunghezza del segmento 2. direzione: coincidente con la direzione

Dettagli

Spazi vettoriali e spazi di funzioni

Spazi vettoriali e spazi di funzioni λ Spazi vettoriali e spazi di nzioni M Bertero ISI - Università di Genova - Spazi vettoriali complessi - Operatori lineari in spazi vettoriali complessi e matrici - Estensione al caso - Spazi lineari di

Dettagli

Capitolo III Cenni di cinematica dei fluidi

Capitolo III Cenni di cinematica dei fluidi Capitolo III Cenni di cinematica dei flidi III. Elementi caratteristici del moto. Nella descriione del moto di n flido è tile far riferimento a particolari famiglie di cre, nel segito sinteticamente descritte.

Dettagli

che sommato ai vettori v

che sommato ai vettori v CALCOLO VETTORIALE EX 1 Due vettori a e b soddisfano le seguenti condiioni: i) a b 1, ii) ( a + b ) a 1, iii) ( a + b ) b 8. Calcolare i moduli dei vettori e l angolo compreso. EX Un vettore a di modulo

Dettagli

+ + = 3 = = = + + ESERCIZIO 4A: Calcolare l antitrasformata Zeta della seguente funzione F(z)

+ + = 3 = = = + + ESERCIZIO 4A: Calcolare l antitrasformata Zeta della seguente funzione F(z) ESERCIZIO : Calcolare l antitrasformata Zeta della segente fnione F F La fnione F è raionale fratta col denominatore di grado maggiore del grado del nmeratore. La procedra di antitrasformaione consiste

Dettagli

Università degli Studi del Piemonte Orientale Facoltà di Scienze M.F.N. Precorso di Matematica APPUNTI (preparati da Pier Luigi Ferrari)

Università degli Studi del Piemonte Orientale Facoltà di Scienze M.F.N. Precorso di Matematica APPUNTI (preparati da Pier Luigi Ferrari) Università degli Studi del Piemonte Orientale Facoltà di Scienze M.F.N. Precorso di Matematica APPUNTI (preparati da Pier Luigi Ferrari). Piano cartesiano Per piano cartesiano si intende un piano dotato

Dettagli

Prodotto scalare e norma

Prodotto scalare e norma Capitolo 7 Prodotto scalare e norma Riprendiamo ora lo studio dei vettori da un punto di vista più geometrico. È noto, per esempio dalla Fisica, che spesso è comodo visualizzare un vettore del piano o

Dettagli

Le derivate parziali

Le derivate parziali Sia f(x, y) una funzione definita in un insieme aperto A R 2 e sia P 0 = x 0, y 0 un punto di A. Essendo A un aperto, esiste un intorno I(P 0, δ) A. Preso un punto P(x, y) I(P 0, δ), P P 0, possiamo definire

Dettagli

RETTE E PIANI NELLO SPAZIO

RETTE E PIANI NELLO SPAZIO VETTORI E GEOMETRIA ANALITICA 1 RETTE E PIANI NELLO SPAZIO Rette e piani in forma cartesiana e parametrica. Parallelismo e perpendicolarità, posizioni reciproche tra rette e piani, distanze. Esercizio

Dettagli

23(5$725,',))(5(1=,$/,9(7725,$/,/,1($5,'(/35,0225',1(

23(5$725,',))(5(1=,$/,9(7725,$/,/,1($5,'(/35,0225',1( 3(5$75,',))(5(1,$/,9(775,$/,/,1($5,'(/35,05',1( Sia Ω na regione nello spaio in ci, in ogni so pnto, sia definita na grandea J. La regione Ω si dice allora soggetta ad n campo. Un campo pò essere scalare,

Dettagli

Prodotto scalare e prodotto vettoriale. Elisabetta Colombo

Prodotto scalare e prodotto vettoriale. Elisabetta Colombo Corso di Approfondimenti di Matematica Biotecnologie, Anno Accademico 2010-2011, http://users.mat.unimi.it/users/colombo/programmabio.html Vettori Vettori 1 2 3 4 di di Ricordiamo il in R n Dati a = (a

Dettagli

COMUNICAZIONE OPZIONE SPORTIVA QUESTIONARIO QUESITO 1

COMUNICAZIONE OPZIONE SPORTIVA QUESTIONARIO QUESITO 1 www.matefilia.it COMUNICAZIONE OPZIONE SPORTIVA 2016 - QUESTIONARIO QUESITO 1 È noto che e x2 dx = π. Stabilire se il nmero reale, tale che e x2 dx = 1, è positivo o negativo. Determinare inoltre i valori

Dettagli

La lunghezza dei vettori e legata alle operazioni sui vettori nel modo seguente: Consideriamo due vettori v, w e il vettore v + w loro somma.

La lunghezza dei vettori e legata alle operazioni sui vettori nel modo seguente: Consideriamo due vettori v, w e il vettore v + w loro somma. Matematica II, 20.2.. Lunghezza di un vettore nel piano Consideriamo il piano vettoriale geometrico P O. Scelto un segmento come unita, possiamo parlare di lunghezza di un vettore v P O rispetto a tale

Dettagli

,1752'8=,21($//2678',2'(,&$03,

,1752'8=,21($//2678',2'(,&$03, ,175'8,1($//678','(,&$03, Sia Ω na regione nello spaio in ci, in ogni so pnto, sia definita na grandea J. La regione Ω si dice allora soggetta ad n campo. Un campo pò essere scalare, vettoriale o tensoriale,

Dettagli

I VETTORI DELLO SPAZIO

I VETTORI DELLO SPAZIO I VETTORI DELLO SPAZIO Riferimento cartesiano ortogonale nello spaio Bisogna assegnare nello spaio un punto O (detto origine e tre rette per esso a due a due perpendicolari e orientate in modo concorde

Dettagli

LA RICERCA DEI GUASTI NEI CIRCUITI COMBINATORI

LA RICERCA DEI GUASTI NEI CIRCUITI COMBINATORI L RICERC DEI GUSTI NEI CIRCUITI COMINTORI DVIDE TMUCHI Sommario. In qesto articolo verrà illstrata na tecnica di individazione dei gasti all interno dei circiti digitali combinatori. Più precisamente,

Dettagli

VETTORI E SCALARI DEFINIZIONI. Si definisce scalare una grandezza definita interamente da un solo numero, affiancato dalla sua unità di misura.

VETTORI E SCALARI DEFINIZIONI. Si definisce scalare una grandezza definita interamente da un solo numero, affiancato dalla sua unità di misura. VETTORI E SCALARI DEFINIZIONI Si definisce scalare una grandezza definita interamente da un solo numero, affiancato dalla sua unità di misura. Un vettore è invece una grandezza caratterizzata da 3 entità:

Dettagli

1.1 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano

1.1 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano 1 Sistemi lineari 11 Coordinate sulla retta e nel piano; rette nel piano Coordinate sulla retta Scelti su una retta un primo punto O (origine) ed un diverso secondo punto U (unita ), l identificazione

Dettagli

Esercizi svolti. Geometria analitica: rette e piani

Esercizi svolti. Geometria analitica: rette e piani Esercizi svolti. Sistemi di riferimento e vettori. Dati i vettori v = i + j k, u =i + j + k determinare:. il vettore v + u ;. gli angoli formati da v e u;. i vettore paralleli alle bisettrici di tali angoli;

Dettagli

Punti nel piano cartesiano

Punti nel piano cartesiano Punti nel piano cartesiano In un piano consideriamo due rette perpendicolari che chiamiamo x e. Solitamente, disegniamo la retta x (ascisse) orizzontalmente e orientata da sinistra a destra, la retta e

Dettagli

Sistemi lineari. 1. Generalità. a 1 x 1 + a 2 x 2 + a 3 x a n x n = k (matrice completa)

Sistemi lineari. 1. Generalità. a 1 x 1 + a 2 x 2 + a 3 x a n x n = k (matrice completa) Sistemi lineari. Generalità La teoria dei sistemi di equaioni lineari costituisce uno dei capitoli molto importanti della matematica pura e applicata. Infatti molte questioni teoriche o tecniche si traducono

Dettagli

Geometria BATR-BCVR Esercizi 9

Geometria BATR-BCVR Esercizi 9 Geometria BATR-BCVR 2015-16 Esercizi 9 Esercizio 1. Per ognuna delle matrici A i si trovi una matrice ortogonale M i tale che Mi ta im sia diagonale. ( ) 1 1 2 3 2 A 1 = A 2 1 2 = 1 1 0 2 0 1 Esercizio

Dettagli

0.1 Spazi Euclidei in generale

0.1 Spazi Euclidei in generale 0.1. SPAZI EUCLIDEI IN GENERALE 1 0.1 Spazi Euclidei in generale Sia V uno spazio vettoriale definito su R. Diremo, estendendo una definizione data in precedenza, che V è uno spazio vettoriale euclideo

Dettagli

vettori V Sia inoltre l angolo che il primo vettore deve percorrere per sovrapporsi al secondo. * **

vettori V Sia inoltre l angolo che il primo vettore deve percorrere per sovrapporsi al secondo. * ** Prodotto scalare di vettori. Consideriasmo due vettori u e v e siano O e O due rappresentanti applicati in O. Indichiamo come al solito con u = O la norma (cioè l intensità) del vettore u Sia inoltre l

Dettagli

Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette

Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette Analisi Matematica 1 e Matematica 1 Geometria Analitica: Rette Annalisa Amadori e Benedetta Pellacci amadori@uniparthenope.it pellacci@uniparthenope.it Università di Napoli Parthenope Contenuti Nel Piano

Dettagli

Geometria analitica del piano pag 32 Adolfo Scimone

Geometria analitica del piano pag 32 Adolfo Scimone Geometria analitica del piano pag 32 Adolfo Scimone CAMBIAMENTI DI SISTEMA DI RIFERIMENTO Consideriamo il piano cartesiano R 2 con un sistema di riferimento (O,U). Se introduciamo in R 2 un secondo sistema

Dettagli

Esercitazione di Analisi Matematica II

Esercitazione di Analisi Matematica II Esercitazione di Analisi Matematica II Barbara Balossi 06/04/2017 Esercizi di ripasso Esercizio 1 Sia data l applicazione lineare f : R 3 R 3 definita come f(x, y, z) = ( 2x + y z, x 2y + z, x y). a) Calcolare

Dettagli

La codifica delle immagini

La codifica delle immagini La codifica delle immagini Lettere e nmeri non costitiscono le niche informazioni tilizzate dagli elaboratori ma si stanno diffondendo sempre di più applicazioni che tilizzano ed elaborano anche altri

Dettagli

x1 + 2x 2 + 3x 3 = 0 nelle tre incognite x 1, x 2, x 3. Possiamo risolvere l equazione ricavando l incognita x 1 x 1 = 2x 2 3x 3 2r 1 3r 2 x 2 x 3

x1 + 2x 2 + 3x 3 = 0 nelle tre incognite x 1, x 2, x 3. Possiamo risolvere l equazione ricavando l incognita x 1 x 1 = 2x 2 3x 3 2r 1 3r 2 x 2 x 3 Matematica II -..9 Spazio delle soluzioni di un sistema lineare omogeneo.. Consideriamo l equazione lineare omogenea nelle tre incognite x, x, x 3. x + x + 3x 3 = Possiamo risolvere l equazione ricavando

Dettagli

Piano cartesiano e retta

Piano cartesiano e retta Piano cartesiano e retta Il punto, la retta e il piano sono concetti primitivi di cui non si da una definizione rigorosa, essi sono i tre enti geometrici fondamentali della geometria euclidea. Osservazione

Dettagli

17. Elettromagnetismo

17. Elettromagnetismo 1 quaioni di Mawell 17. lettromagnetismo Nelle leioni precedenti abbiamo considerato i campi elettrico e magnetico statici, cioè abbiamo considerato fenomeni indipendenti dal tempo. I campi elettrico e

Dettagli

Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio

Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio Marco Robutti Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia Tutorato di geometria e algebra lineare Anno accademico 2014-2015 Definizione (Vettore

Dettagli

MATRICI E SISTEMI LINEARI

MATRICI E SISTEMI LINEARI - - MATRICI E SISTEMI LINEARI ) Calcolare i seguenti determinanti: a - c - d - e - f - g - 8 7 8 h - ) Calcolare per quali valori di si annullano i seguenti determinanti: a - c - ) Calcolare il rango delle

Dettagli

Piano cartesiano e Retta

Piano cartesiano e Retta Piano cartesiano e Retta 1 Piano cartesiano e Retta 1. Richiami sul piano cartesiano 2. Richiami sulla distanza tra due punti 3. Richiami punto medio di un segmento 4. La Retta (funzione lineare) 5. L

Dettagli

Appendice 1. Spazi vettoriali

Appendice 1. Spazi vettoriali Appendice. Spazi vettoriali Indice Spazi vettoriali 2 2 Dipendenza lineare 2 3 Basi 3 4 Prodotto scalare 3 5 Applicazioni lineari 4 6 Applicazione lineare trasposta 5 7 Tensori 5 8 Decomposizione spettrale

Dettagli

Corso di Fisica. Lezione 2 Scalari e vettori Parte 1

Corso di Fisica. Lezione 2 Scalari e vettori Parte 1 Corso di Fisica Lezione 2 Scalari e vettori Parte 1 Scalari e vettori Consideriamo una libreria. Per determinare quanti libri ci sono su uno scaffale basta individuare lo scaffale in questione e contare

Dettagli

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite

Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite 3 Sistemi lineari 3 Generalità Si consideri il sistema a coefficienti reali di m equazioni lineari in n incognite ovvero, in forma matriciale, a x + a 2 x 2 + + a n x n = b a 2 x + a 22 x 2 + + a 2n x

Dettagli

Prodotto scalare, ortogonalitá e basi ortonormali

Prodotto scalare, ortogonalitá e basi ortonormali CAPITOLO 0 Prodotto scalare, ortogonalitá e basi ortonormali Esercizio 0.. Dati i seguenti vettori di R si calcoli il prodotto scalare (v i,v j per i,j =,,...,6: v = (6,3 v = (,0 v 3 = (, v 4 = (,0 v 5

Dettagli

2. ANALISI DELLA DEFORMAZIONE

2. ANALISI DELLA DEFORMAZIONE . ANALISI DELLA DEFORMAZIONE Un elemento monodimensionale soggetto ad na forza di trazione o compressione sbisce na variazione di lnghezza Δl (rispettivamente n allngamento o n accorciamento) rispetto

Dettagli

GEOMETRIA LINEARE E CONICHE - GIUGNO 2002. 1. Nello spazio ordinario, assegnato un riferimento ortonormale si considerino le rette: x = z 2 y = z

GEOMETRIA LINEARE E CONICHE - GIUGNO 2002. 1. Nello spazio ordinario, assegnato un riferimento ortonormale si considerino le rette: x = z 2 y = z GEOMETRIA LINEARE E CONICHE - GIUGNO 2002 1. Nello spazio ordinario, assegnato un riferimento ortonormale si considerino le rette: r : x = z y = 0 x = z 2, s : y = z. Dopo aver provato che r ed s sono

Dettagli

EQUAZIONE DELLA RETTA

EQUAZIONE DELLA RETTA EQUAZIONE DELLA RETTA EQUAZIONE DEGLI ASSI L equazione dell asse x è 0. L equazione dell asse y è 0. EQUAZIONE DELLE RETTE PARALLELE AGLI ASSI L equazione di una retta r parallela all asse x è cioè è uguale

Dettagli

RETTE E PIANI. ove h R. Determinare i valori di h per cui (1) r h e α sono incidenti ed, in tal caso, determinare l angolo ϑ h da essi formato;

RETTE E PIANI. ove h R. Determinare i valori di h per cui (1) r h e α sono incidenti ed, in tal caso, determinare l angolo ϑ h da essi formato; RETTE E PIANI Esercizi Esercizio 1. Nello spazio con riferimento cartesiano ortogonale Oxyz si considerino la retta r h ed il piano α rispettivamente di equazioni x = 1 + t r h : y = 1 t α : x + y + z

Dettagli

Istituzioni di Matematiche Modulo B (SG)

Istituzioni di Matematiche Modulo B (SG) Istituzioni di Matematiche Modulo B (SG) II foglio di esercizi ESERCIZIO 1. Per ciascuna funzione f(, ) calcolare le derivate parziali f (, ) e f (, ) e determinare il relativo dominio di definizione.

Dettagli

Argomenti Capitolo 1 Richiami

Argomenti Capitolo 1 Richiami Argomenti Capitolo 1 Richiami L insieme dei numeri reali R si rappresenta geometricamente con l insieme dei punti di una retta orientata su cui sia stato fissato un punto 0 e un segmento unitario. L insieme

Dettagli

Geometria analitica del piano pag 12 Adolfo Scimone

Geometria analitica del piano pag 12 Adolfo Scimone Geometria analitica del piano pag 12 Adolfo Scimone Fasci di rette Siano r e r' due rette distinte di equazioni r: ax + by + c r': a' x + b' y + c' Consideriamo la retta combinazione lineare delle due

Dettagli

Nota sull iperbole equilatera

Nota sull iperbole equilatera Paolo iviglia Nota sll iperbole eqilatera Un eqazione del tipo = rappresenta na crva detta iperbole eqilatera, la qale è costitita da de rami sitati nel primo e terzo qadrante se > 0, nel secondo e qarto

Dettagli

Soluzione. (a) L insieme F 1 e linearmente indipendente; gli insiemi F 2 ed F 3 sono linearmente

Soluzione. (a) L insieme F 1 e linearmente indipendente; gli insiemi F 2 ed F 3 sono linearmente 1. Insiemi di generatori, lineare indipendenza, basi, dimensione. Consideriamo nello spazio vettoriale R 3 i seguenti vettori: v 1 = (0, 1, ), v = (1, 1, 1), v 3 = (, 1, 0), v 4 = (3, 3, ). Siano poi F

Dettagli

1 Applicazioni lineari

1 Applicazioni lineari 1 Applicazioni lineari 1 Applicazioni lineari 1.1 Definizione Si considerino lo spazio tridimensionale euclideo E e lo spazio vettoriale V ad esso associato. Definizione. 1.1. Sia A una applicazione di

Dettagli

Robotica industriale. Richiami di statica del corpo rigido. Prof. Paolo Rocco

Robotica industriale. Richiami di statica del corpo rigido. Prof. Paolo Rocco Robotica industriale Richiami di statica del corpo rigido Prof. Paolo Rocco (paolo.rocco@polimi.it) Sistemi di forze P 1 P 2 F 1 F 2 F 3 F n Consideriamo un sistema di forze agenti su un corpo rigido.

Dettagli

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI È ben noto che in VO 3 si possono considerare strutture più ricche di quella di spazio vettoriale; si pensi in particolare all operazioni di prodotto scalare di vettori.

Dettagli

x 1 Fig.1 Il punto P = P =

x 1 Fig.1 Il punto P = P = Geometria di R 2 In questo paragrafo discutiamo le proprietà geometriche elementari del piano Per avere a disposizione delle coordinate nel piano, fissiamo un punto, che chiamiamo l origine Scegliamo poi

Dettagli

Appunti: il piano cartesiano. Distanza tra due punti

Appunti: il piano cartesiano. Distanza tra due punti ppunti: il piano cartesiano Distanza tra due punti Come determinare la distanza tra i punti ( ; ) e ( ; ): Se i due punti e hanno la stessa ascissa = allora (-3;1) (-3; 5) d()= d()= 1 5 4 4 Se i due punti

Dettagli

Esercizi sui vettori liberi (i, j, k è una base ortonormale positiva)

Esercizi sui vettori liberi (i, j, k è una base ortonormale positiva) Esercizi sui vettori liberi (i, j, k è una base ortonormale positiva) Esercizio 1 Siano v e w due vettori non paralleli.sapendo che v è un versore e che v w =3 trovare l espressione di tutti i vettori

Dettagli

SISTEMI LINEARI. x 2y 2z = 0. Svolgimento. Procediamo con operazioni elementari di riga sulla matrice del primo sistema: 1 1 1 3 1 2 R 2 R 2 3R 0 4 5.

SISTEMI LINEARI. x 2y 2z = 0. Svolgimento. Procediamo con operazioni elementari di riga sulla matrice del primo sistema: 1 1 1 3 1 2 R 2 R 2 3R 0 4 5. SISTEMI LINEARI Esercizi Esercizio. Risolvere, se possibile, i seguenti sistemi: x y z = 0 x + y + z = 3x + y + z = 0 x y = 4x + z = 0, x y z = 0. Svolgimento. Procediamo con operazioni elementari di riga

Dettagli

Prodotto scalare e ortogonalità

Prodotto scalare e ortogonalità Prodotto scalare e ortogonalità 12 Novembre 1 Il prodotto scalare 1.1 Definizione Possiamo estendere la definizione di prodotto scalare, già data per i vettori del piano, ai vettori dello spazio. Siano

Dettagli

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA

UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA UNITÀ DIDATTICA 5 LA RETTA 5.1 - La retta Equazione generica della retta Dalle considerazioni emerse nel precedente capitolo abbiamo compreso come una funzione possa essere rappresentata da un insieme

Dettagli

Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 2008/2009

Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 2008/2009 Capitolo Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 8/9. Esercii svolti su rette e piani Eserciio. Stabilire se le due rette r e s sono coincidenti oppure no: ( ( ( ( ( ( 7 r : = + t ; s : = + t

Dettagli

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA

FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Cognome Nome Matricola FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA Ciarellotto, Esposito, Garuti Prova del 21 settembre 2013 Dire se è vero o falso (giustificare le risposte. Bisogna necessariamente rispondere

Dettagli

Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 2008/2009

Ingegneria Meccanica; Algebra lineare e Geometria 2008/2009 Ingegneria Meccanica Algebra lineare e Geometria 8/9. Esercii svolti sugli spai vettoriali Eserciio. Dopo aver dimostrato che l insieme R, determina le coordinate del vettore v = rispetto a tale base.

Dettagli

( ρ, θ + π ) sono le coordinate dello stesso punto. Pertanto un punto P può essere descritto come

( ρ, θ + π ) sono le coordinate dello stesso punto. Pertanto un punto P può essere descritto come Coordinate polari Il sistema delle coordinate cartesiane è uno dei possibili sistemi per individuare la posizione di un punto del piano, relativamente ad un punto fisso O, mediante una coppia ordinata

Dettagli

Condizione di allineamento di tre punti

Condizione di allineamento di tre punti LA RETTA L equazione lineare in x e y L equazione: 0 con,,, e non contemporaneamente nulli, si dice equazione lineare nelle due variabili e. Ogni coppia ; tale che: 0 si dice soluzione dell equazione.

Dettagli

SISTEMI DI CONTROLLO CINEMATICA E DINAMICA DEI ROBOT

SISTEMI DI CONTROLLO CINEMATICA E DINAMICA DEI ROBOT SISTEMI DI CONTROLLO Laurea Specialistica in Ingegneria Meccanica e del Veicolo SISTEMI DI CONTROLLO CINEMATICA E DINAMICA DEI ROBOT Ing. Cristian Secchi Tel. 0522 522235 e-mail: secchi.cristian@unimore.it

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

La struttura elettronica degli atomi

La struttura elettronica degli atomi 1 In unità atomiche: a 0 me 0,59A unità di lunghezza e H 7, ev a H=Hartree unità di energia L energia dell atomo di idrogeno nello stato fondamentale espresso in unità atomiche è: 4 0 me 1 e 1 E H 13,

Dettagli

Forme bilineari simmetriche

Forme bilineari simmetriche Forme bilineari simmetriche Qui il campo dei coefficienti è sempre R Definizione 1 Sia V uno spazio vettoriale Una forma bilineare su V è una funzione b: V V R tale che v 1, v 2, v 3 V b(v 1 + v 2, v 3

Dettagli

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria.

Riassumiamo le proprietà dei numeri reali da noi utilizzate nel corso di Geometria. Capitolo 2 Campi 2.1 Introduzione Studiamo ora i campi. Essi sono una generalizzazione dell insieme R dei numeri reali con le operazioni di addizione e di moltiplicazione. Nel secondo paragrafo ricordiamo

Dettagli

Matematica Computazionale(6cfu) Ottimizzazione(8cfu) (a.a , lez.7)

Matematica Computazionale(6cfu) Ottimizzazione(8cfu) (a.a , lez.7) Docente: Marco Gaviano (e-mail:gaviano@nica.it) Corso di Larea in Infomatica Corso di Larea in Matematica Matematica Comptazionale(6cf) Ottimizzazione(8cf) (a.a. -4, lez.7) Matematica Comptazionale, Ottimizzazione,

Dettagli

Francesco Zumbo

Francesco Zumbo La retta - Teorema di Talete - Equazione della retta: passante per due punti, implicita, esplicita - Parallele e Perpendicolari - Fascio Propio e improprio - Intersezione tra rette Francesco Zumbo www.francescozumbo.it

Dettagli

Un quaternione è un numero complesso con quattro componenti anziché due. Si scrive così :

Un quaternione è un numero complesso con quattro componenti anziché due. Si scrive così : Un quaternione è un numero complesso con quattro componenti anziché due. Si scrive così : Q = q r + q i i + q j j + q k k ove le quantità q sono numeri reali e i, j e k sono tre unità immaginarie. Quando

Dettagli

ALGEBRA VETTORIALE Corso di Fisica per la Facoltà di Farmacia, Università Gabriele D Annunzio, Chieti-Pescara, Cosimo Del Gratta 2008

ALGEBRA VETTORIALE Corso di Fisica per la Facoltà di Farmacia, Università Gabriele D Annunzio, Chieti-Pescara, Cosimo Del Gratta 2008 LGER VETTORILE DEFINIZIONE DI VETTORE (1) Sia E lo spazio tridimensionale della geometria euclidea. Consideriamo due punti e appartenenti a E Si chiama segmento orientato, e si indica con (,) il segmento

Dettagli

INDICE. 1.1 Caratteristiche dei numeri naturali Pag. 5

INDICE. 1.1 Caratteristiche dei numeri naturali Pag. 5 INDICE INTRODUZIONE Pag. 3 1 I NUMERI NATURALI Pag. 5 1.1 Caratteristiche dei nmeri natrali Pag. 5 Attività Pag. 7 2 I NUMERI NATURALI: LE QUATTRO OPERAZIONI Pag. 9 2.1 Il nmero zero nelle qattro operazioni

Dettagli

Chi non risolve esercizi non impara la matematica.

Chi non risolve esercizi non impara la matematica. 5.5 esercizi 9 Per trovare la seconda equazione ragioniamo così: la parte espropriata del primo terreno è x/00, la parte espropriata del secondo è y/00 e in totale sono stati espropriati 000 m, quindi

Dettagli

Momento angolare L. P. Maggio Prodotto vettoriale

Momento angolare L. P. Maggio Prodotto vettoriale Momento angolare L. P. Maggio 2007 1. Prodotto vettoriale 1.1. Definizione Il prodotto vettoriale di due vettori tridimensionali a e b è un vettore c così definito: a) Il modulo di c è pari all area del

Dettagli

PIANO CARTESIANO e RETTE classi 2 A/D 2009/2010

PIANO CARTESIANO e RETTE classi 2 A/D 2009/2010 PIANO CARTESIANO e RETTE classi 2 A/D 2009/2010 1) PIANO CARTESIANO serve per indicare, identificare, chiamare... ogni PUNTO del piano (ente geometrico) con una coppia di valori numerici (detti COORDINATE).

Dettagli

V il segmento orientato. V con VETTORI. Costruzione di un vettore bidimensionale

V il segmento orientato. V con VETTORI. Costruzione di un vettore bidimensionale VETTORI Costruzione di un vettore bidimensionale Nel piano con un righello si traccia una retta r tratteggiata Su r si disegna un segmento di lunghezza l d una delle estremità si disegni la punta di una

Dettagli

LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X),

LEZIONE 12. Y = f(x) = f( x j,1 f(e j ) = x j,1 A j = AX = µ A (X), LEZIONE 1 1.1. Matrice di un applicazione lineare. Verifichiamo ora che ogni applicazione lineare f: R n R m è della forma µ A per un unica A R m,n. Definizione 1.1.1. Per ogni j 1,..., n indichiamo con

Dettagli

C I R C O N F E R E N Z A...

C I R C O N F E R E N Z A... C I R C O N F E R E N Z A... ESERCITAZIONI SVOLTE 3 Equazione della circonferenza di noto centro C e raggio r... 3 Equazione della circonferenza di centro C passante per un punto A... 3 Equazione della

Dettagli

Geometria Analitica nello Spazio

Geometria Analitica nello Spazio Geometria Analitica nello Spazio Andrea Damiani 4 marzo 2015 Equazione della retta - forma parametrica Se sono dati il punto A(x 0, y 0, z 0 ) e il vettore v (v x, v y, v z ), il generico punto P (x, y,

Dettagli

1.4 Geometria analitica

1.4 Geometria analitica 1.4 Geometria analitica IL PIANO CARTESIANO Per definire un riferimento cartesiano nel piano euclideo prendiamo: Un punto detto origine i Due rette orientate passanti per. ii Due punti e per definire le

Dettagli

1 Equazioni parametriche e cartesiane di sottospazi affini di R n

1 Equazioni parametriche e cartesiane di sottospazi affini di R n 2 Trapani Dispensa di Geometria, Equazioni parametriche e cartesiane di sottospazi affini di R n Un sottospazio affine Σ di R n e il traslato di un sottospazio vettoriale. Cioe esiste un sottospazio vettoriale

Dettagli

I. Foglio di esercizi su vettori linearmente dipendenti e linearmente indipendenti. , v 2 = α v 1 + β v 2 + γ v 3. α v 1 + β v 2 + γ v 3 = 0. + γ.

I. Foglio di esercizi su vettori linearmente dipendenti e linearmente indipendenti. , v 2 = α v 1 + β v 2 + γ v 3. α v 1 + β v 2 + γ v 3 = 0. + γ. ESERCIZI SVOLTI DI ALGEBRA LINEARE (Sono svolti alcune degli esercizi proposti nei fogli di esercizi su vettori linearmente dipendenti e vettori linearmente indipendenti e su sistemi lineari ) I. Foglio

Dettagli

I numeri complessi. Andrea Corli 31 agosto Motivazione 1. 2 Definizioni 1. 3 Forma trigonometrica di un numero complesso 3

I numeri complessi. Andrea Corli 31 agosto Motivazione 1. 2 Definizioni 1. 3 Forma trigonometrica di un numero complesso 3 I numeri complessi Andrea Corli 3 agosto 009 Indice Motivazione Definizioni 3 Forma trigonometrica di un numero complesso 3 4 Radici di un numero complesso 4 5 Equazioni di secondo grado e il teorema fondamentale

Dettagli

Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango)

Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) CAPITOLO 5 Dipendenza e indipendenza lineare (senza il concetto di rango) Esercizio 5.1. Scrivere un vettore w R 3 linearmente dipendente dal vettore v ( 1, 9, 0). Esercizio 5.2. Stabilire se i vettori

Dettagli

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Sistemi di riferimento in R 3 e vettori 2 / 25 In fisica, grandezze fondamentali come forze, velocità, campi elettrici e magnetici vengono convenientemente descritte

Dettagli

Applicazioni lineari e diagonalizzazione pagina 1 di 5

Applicazioni lineari e diagonalizzazione pagina 1 di 5 pplicazioni lineari e diagonalizzazione pagina 1 di 5 PPLIZIONI LINERI 01. Dire quali delle seguenti applicazioni tra IR-spazi vettoriali sono lineari a. f :IR 2 IR 3 f(x y =(x y πy b. f :IR 3 IR 3 f(x

Dettagli

SISTEMI LINEARI. x y + 2t = 0 2x + y + z t = 0 x z t = 0 ; S 3 : ; S 5x 2y z = 1 4x 7y = 3

SISTEMI LINEARI. x y + 2t = 0 2x + y + z t = 0 x z t = 0 ; S 3 : ; S 5x 2y z = 1 4x 7y = 3 SISTEMI LINEARI. Esercizi Esercizio. Verificare se (,, ) è soluzione del sistema x y + z = x + y z = 3. Trovare poi tutte le soluzioni del sistema. Esercizio. Scrivere un sistema lineare di 3 equazioni

Dettagli

Equazioni lineari con due o più incognite

Equazioni lineari con due o più incognite Equazioni lineari con due o più incognite Siano date le uguaglianze: k 0; x + y = 6; 3a + b c = 8. La prima ha un termine incognito rappresentato dal simbolo letterale k; la seconda ha due termini incogniti

Dettagli

Svolgimento degli esercizi sulla circonferenza

Svolgimento degli esercizi sulla circonferenza Liceo Classico Galilei Pisa - Classe a A - Prof. Francesco Daddi - 1 ottobre 011 Svolgimento degli esercizi sulla circonferenza Esercizio 1. La circonferenza ha centro in C 4 ), 7, 7 ) e raggio + 7 57

Dettagli

1) Codici lineari a blocchi. 2) Matrice generatrice del codice. 3) Proprietà dei codici lineari a blocchi. 4) Matrice di controllo di parità

1) Codici lineari a blocchi. 2) Matrice generatrice del codice. 3) Proprietà dei codici lineari a blocchi. 4) Matrice di controllo di parità Argomenti della Lezione ) Codici lineari a blocchi ) Matrice generatrice del codice 3) Proprietà dei codici lineari a blocchi 4) Matrice di controllo di parità 5) Rivelazione e correzione d errore 6) Standard

Dettagli

LEZIONE 9. k, tenendo conto delle formule che permettono di calcolare il prodotto scalare ed il prodotto vettoriale, otteniamo

LEZIONE 9. k, tenendo conto delle formule che permettono di calcolare il prodotto scalare ed il prodotto vettoriale, otteniamo LEZIONE 9 9.1. Prodotto misto. Siano dati i tre vettori geometrici u, v, w V 3 (O) definiamo prodotto misto di u, v e w il numero u, v w. Fissiamo un sistema di riferimento O ı j k in S 3. Se u = u x ı

Dettagli

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara

Sistemi lineari. Lorenzo Pareschi. Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara Sistemi lineari Lorenzo Pareschi Dipartimento di Matematica & Facoltá di Architettura Universitá di Ferrara http://utenti.unife.it/lorenzo.pareschi/ lorenzo.pareschi@unife.it Lorenzo Pareschi (Univ. Ferrara)

Dettagli

Ricordiamo. 1. Tra le equazioni delle seguenti rette individua e disegna quelle parallele all asse delle ascisse:

Ricordiamo. 1. Tra le equazioni delle seguenti rette individua e disegna quelle parallele all asse delle ascisse: La retta Retta e le sue equazioni Equazioni di rette come luogo geometrico y = h h R equazione di una retta parallela all asse delle ascisse x = 0 equazione dell asse delle ordinate y = h h R equazione

Dettagli

Corso di Geometria BIAR, BSIR Esercizi 10: soluzioni

Corso di Geometria BIAR, BSIR Esercizi 10: soluzioni Corso di Geometria 2010-11 BIAR, BSIR Esercizi 10: soluzioni 1 Geometria dello spazio Esercizio 1. Dato il punto P 0 = ( 1, 0, 1) e il piano π : x + y + z 2 = 0, determinare: a) Le equazioni parametriche

Dettagli

1 Nozioni utili sul piano cartesiano

1 Nozioni utili sul piano cartesiano Nozioni utili sul piano cartesiano Nozioni utili sul piano cartesiano Il piano cartesiano è un sistema di riferimento costituito da due rette perpendicolari (una orizzontale detta asse delle ascisse x

Dettagli

I.T.I.S «G. MARCONI» - PADOVA Via Manzoni, 80 Tel.: Fax

I.T.I.S «G. MARCONI» - PADOVA Via Manzoni, 80 Tel.: Fax I.T.I.S «G. MARCONI» - PADOVA Via Manzoni, 80 Tel.: 049.80.40.211 Fax 049.80.40.277 marconi@provincia.padova.it www.itismarconipadova.it Settore tecnologico Indirizzo meccanica meccatronica ed energia

Dettagli

Pagine di Algebra lineare. di premessa al testo Pagine di Geometria di Sara Dragotti. Parte terza: SISTEMI LINEARI

Pagine di Algebra lineare. di premessa al testo Pagine di Geometria di Sara Dragotti. Parte terza: SISTEMI LINEARI Pagine di Algebra lineare di premessa al testo Pagine di Geometria di Sara Dragotti Parte terza: SISTEMI LINEARI 1. Definizioni Dato un campo K ed m 1 polinomi su K in n indeterminate di grado non superiore

Dettagli

Appunti sul corso di Complementi di Matematica (modulo Analisi)

Appunti sul corso di Complementi di Matematica (modulo Analisi) Appunti sul corso di Complementi di Matematica (modulo Analisi) prof. B.Bacchelli. 04 - Vettori topologia in R n : Riferimenti: R.Adams, Calcolo Differenziale 2. Cap. 1.2: In R n : vettori, somma, prodotto

Dettagli